Un'educazione che può fare la differenza

27 aprile 2017 - Si è svolto sabato 22 aprile a Pisa, nell’ambito del progetto “Municipios amigables con su gente. Decentramento, partecipazione e advocacy per municipi esenti da discriminazione per orientamento sessuale in Guatemala”, co-finanziato dalla Regione Toscana, l’incontro pubblico “L’educazione che fa la differenza: linguaggi, esperienze e prospettive”. Realizzato grazie alla fattiva collaborazione e all’entusiasmo di tante realtà del territorio pisano e toscano (Associazione Globularia, Pink riot-ARCIGAY Pisa, Rete Educare alle Differenze-Pisa, Casa delle Donne di Pisa, Glauco, ma anche ARCIGAY nazionale, Terra Nuova, RE.TE. ong, Movimento Pansessuale ARCIGAY Siena), si è trattato di un seminario dell’intera giornata, che ha visto interventi di alto livello e workshop di confronto ed interscambio esperienziali e incisivi.

Nella mattinata, dopo i saluti dell’assessora alle pari opportunità del Comune di Pisa Marilù Chiofalo, ha aperto i lavori Cecilia Robustelli, docente e linguista, con un relazione di estremo interesse che ha dato conto degli sforzi, dall’ambito della linguistica, per adeguare il linguaggio (cioè l’uso concreto e quotidiano della lingua) alle evoluzioni sociali e quindi anche al crescente riconoscimento del fatto che l’uso del ‘maschile inclusivo’ nella letto-scrittura, viene percepito sempre più rafforzativo di una egemonia androcentrica e sessista. Questo sforzo per allargare e diversificare il linguaggio, non può però prescindere dal fatto che la lingua invece è un sistema rigido, con regole e norme di coerenza morfo-sintattica che (soprattutto nel caso dell’italiano e delle lingue neolatine) non facilitano una totale e celere modifica della rappresentazione attraverso il sistema-lingua, delle mutazioni sociali. Su questo il lavoro è costante e richiede ancora serietà e determinazione, con l’obiettivo ovviamente che il linguaggio veicoli nuovi modi di pensare le relazioni tra persone, senza perdere però la sua capacità comunicativa.  La docente ha illustrato il lavoro di adeguamento del linguaggio istituzionale, normativo e giornalistico attraverso molteplici tavoli di lavoro che hanno prodotto norme e regolamenti, codici di condotta e manuali d’uso. Molto materiale scritto da Cecilia Robustelli si trova sul sito dell’Accademia della Crusca (facendo poi la ricerca a partire dal suo cognome).

Sara Garbagnoli (Université de la Sorbonne) ha invece illustrato in modo vivace e approfondito, l’operazione reazionaria concertata da alcuni ambiti vaticani (Pontificio Consiglio per la Famiglia, Congregazione per la dottrina della fede, settori dell’Opus Dei) per attaccare la crescente comprensione delle molteplici modalità di vivere la propria identità di genere e le proprie opzioni sessuali. E’ del 2003 il volume “Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche”. Più di cento autori hanno contribuito a questo testo, che opera –relazionava Sara- le operazioni di stereotipizzazione e ‘caricaturizzazione’ del nemico, per quindi demonizzarlo. Mettendo insieme studi e ricerche, posizioni e dibattiti estremamente compositi e variegati, attraverso quel testo ci è arrivati ad inventare una ideologia del gender come un progetto coeso per minare la famiglia.  Un passaggio solo esemplifica il tenore di questo documento: « Ci sono alcuni termini, presenti dappertutto, che sono fonte di speciali difficoltà. È il caso del concetto di "discriminazione". L'equivocità è particolarmente pericolosa. Inizialmente suscita una reazione di simpatia: come non essere contro le discriminazioni? Questo sembra essere un effetto del rispetto dei diritti umani. Ma la prima e spontanea reazione favorevole cambia quando i contenuti concreti sono meglio esaminati. In nome della non-discriminazione nei Parlamenti vengono diffusi i progetti delle unioni di fatto, anche delle unioni omosessuali e lesbiche, e persino con la possibilità di adozione. Un caso recente che meglio può illustrare il problema (e che è considerato concretamente) è quello del CEDAW. Tale sigla significa Convenzione sull'eliminazione delle discriminazioni contro le donne. C'è una evidente ostilità contro la famiglia, la quale rappresenterebbe un luogo di moderna schiavitù. Per cui, essere sposa e madre equivarrebbe a essere discriminata da coloro che sostengono i principi morali, ancorati ai veri diritti umani.» La relatrice ha mostrato la grande capacità comunicativa delle organizzazioni promotrici della ‘crociata anti-gender’, che si sono mosse con le stesse parole d’ordine, gli stessi riferimenti teorici e agitando gli stessi spauracchi in Francia, in Spagna e Italia, negli Stati Uniti e in America Latina. Tra gli articoli di Sara, si segnala l’importante articolo “L’invenzione dell’ideologia del genere”.

A seguire, lo psicoterapeuta Massimo Lavaggi ha presentato l'esperienza del Consultorio Transgenere di Torre Del Lago, che accompagna persone che hanno deciso di superare la sofferenza che vivono sentendo che la propria identità di genere non collima con le caratteristiche sessuali, attraverso la transizione e il cambiamento di sesso.  Questo intervento ha portato dunque l’attenzione alle persone che direttamente vivono sulla propria pelle la disforia di genere ma anche la discriminazione in tutta la sua reale potenza.

Le ricercatrici Masha Stroobant (Distretto ligure delle tecnologie marine) e Marina Locritani (Istituto nazionale di geologia e vulcanologia), hanno illustrato l’aspetto della percezione, partecipazione e presenza femminile nel mondo scientifico, a partire dai dati statistici europei sulla ricerca scientifica e il ruolo delle donne in essa.

Terra Nuova ha infine raccontato in breve il progetto realizzato in Guatemala, sottolineando l’aspetto di estremo interesse che tale intervento ha permesso di incontrare persone che, essendo donne trans di origine indigena e di basso reddito, vivono plurime situazioni di discriminazione (per essere donna, per essere indigena, per essere povera, per essere trans), ma anche che costruiscono la loro identità plurale sui diversi elementi essenziali della personalità. Questo amplia la riflessione, senza nulla togliere alla estrema rilevanza della natura sessuata di ogni essere umano, arricchendo il lavoro per il riconoscimento della diversità di espressioni delle persone.  

Nel pomeriggio, le ed i partecipanti hanno avuto la possibilità di scegliere tra un workshop gestito dall’associazione “Maschile/Plurale”, dal titolo "Trasformare il maschile. Parole, comportamenti e relazioni, da vecchi modelli a nuove narrazioni" avente come  filo conduttore la de-costruzione della mascolinità, e un laboratorio per operatori e operatrici sui temi dell'educazione alle differenze e il bullismo omofobico a scuola gestito da ARCIGAY nazionale.

Questo seminario segna la conclusione del progetto co-finanziato dalla Regione Toscana e la restituzione al territorio del percorso svolto.