Il Terzo settore sotto attacco
1 maggio 2019 - Stefano Zamagni è una figura di rilievo, che da decenni studia le forme di ‘economia civile’ o ‘economia dei beni comuni’ e che mette le sue conoscenze a disposizione del variegato modo del Terzo Settore. Tra le altre cose, da 18 anni si svolgono le ‘Giornate di Bertinoro per l’economia civile’, nella località appunto di Bertinoro, che sono un interessante laboratorio dove Zamagni è un punto di riferimento e una presenza fissa. Professore ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna, sempre con uno sguardo attento verso i comportamenti cooperativi e le forme mutualistiche di economia, è stato presidente dell’Agenzia delle ONLUS (poi Agenzia per il terzo Settore, poi soppressa) dal 2007 al 2011; poche settimane fa il papa lo ha nominato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Esponente di un mondo cattolico impegnato fortemente nel sociale, è stato intervistato dal quotidiano Avvenire il 28 aprile 2019.
La sua intervista “Il Terzo settore è sotto attacco, un conflitto mai visto”, si rivolge principalmente all’ambiente di cui è in qualche modo referente, cioè appunto quel Terzo settore di matrice cattolica che rappresenta una fetta rilevante del ‘privato sociale’ italiano. Ma l’intervista spazia sulle politiche e le culture politiche che oggi sono espressione di governo e offre spunti molto interessanti per l’estrema chiarezza e precisione di analisi. A dire di Zamagni, la stagione di disprezzo per chi è povero ed emarginato e l’insofferenza verso chi offre solidarietà e risposta civile a tali disagi “è una novità ignota alle epoche precedenti”; e l’obiettivo non dichiarato è quello di mettere sotto tutela gli enti del terzo settore, sia riducendo i fondi a disposizione sia condizionando i progetti da realizzare. Il mondo della solidarietà in Italia è sotto attacco, continua il docente nell’intervista, perché fino a quando «metteva delle pezze a un sistema che tutto sommato funzionava, andava benissimo e non dava fastidio a nessuno». Ancor più interessante questo passaggio, nel quale alla domanda dell’intervistatore sul ‘come’ uscire dall’angolo nel momento attuale, Zamagni risponde che «la strategia non deve essere riformista, perché le riforme hanno il respiro corto. I cattolici ascoltino papa Francesco: serve una trasformazione complessiva del sistema, bisogna cambiarne le fondamenta e l’impianto. L’associazionismo non può fare solo diagnosi, servono terapie».
Nello stesso quotidiano, in un articolo apparso martedì 30 aprile hanno proseguito il ragionamento con maggior forza il presidente delle ACLI e il responsabile dell’area nazionale della Caritas italiana. Entrambi analizzano il linguaggio di esponenti dell’attuale governo, che parlano di ‘buonismo’ e ‘mangiatoia’, che usano slogan violenti che rompono la coesione sociale e che «rischiano di fomentare una guerra tra ultimi e penultimi».
Francesco Marsico, della Caritas, conclude dicendo che «dobbiamo prepararci ad agire con una strategia di medio e lungo termine sanando le ferite. Sull’immediato vince la semplificazione, sul lungo periodo vincono i progetti. Ora guardiamoci dentro e troviamo i cambiamenti necessari di linguaggi e presenze. Accorciamo le distanze con le persone che hanno questi bisogni».
L’intervista ha per oggetto il Terzo settore che opera in Italia sulle diverse forme di disagio e povertà. Ma si possono trasporre alcune considerazioni anche rispetto alla cooperazione non governativa allo sviluppo: stessa cultura che si diffonde che colpevolizza i poveri per la loro condizione, stesso attacco ai soggetti che dal basso propongono percorsi di co-operazione, stesse dinamiche di riduzione e condizionamento dei fondi; stessa induzione ‘non dichiarata’ perché le ONG tornino a mettere semplicemente le pezze ad un sistema che non tiene più.