Tanzania: la nuova frontiera della New Alliance... a quale prezzo?
16 dicembre 2016 - Da tempo Terra Nuova segue con apprensione l'evoluzione della "Nuova Allenza per la Sicurezza Alimentare e la Nutrizione" (NAFSN), ed in particolare le sue tremende ricadute sulla vita degli agricoltori di piccola scala, dei pastori, dei piccoli pescatori, e di tutte quelle realtà che, senza dover troppo scavare nelle statistiche, producono l'80% del cibo che mangiamo, a fronte della misera percentuale rappresentata dall'agricoltura industriale su larga scala.
Quest'anno Terra Nuova, in collaborazione con CELEP, ha organizzato un viaggio in Tanzania con due giornaliste (una belga e una britannica), non per fini turistici quanto investigativi. Lo scopo era appunto quello di andare sul campo, nei luoghi maggiormente presi di mira dalla New Alliance, per capirne l'impatto reale sulla popolazione. In particolare, le giornaliste hanno osservato, ascoltato, raccontato e riportato la situazione dei pastori in Tanzania, che stanno subendo le conseguenze degli investimenti della NAFSN attraverso la SAGCOT, la Southern Agricultural Growth Corridor of Tanzania.
Questi i tre articoli scritti da Ebe Daems, pubblicati originariamente in Fiammingo sulla rivista online Mo Magazine, e tradotti successivamente in inglese.
- Il primo articolo esamina la recente evoluzione degli aiuti allo sviluppo da aiuti tradizionali per i paesi del cosiddetto Terzo mondo alla cooperazione internazionale che deve portare sviluppo, in cui il settore privato svolge un ruolo importante. L'articolo analizza dettagliamente la New Alliance e passa in rassegna le crescenti critiche nei suoi confronti. E' possibile leggere Less aid, more private capital: new colonization of developing countries? qui.
- Il secondo articolo racconta la storia di come l'accaparramento di terra si ripercuote pesantemente sui mezzi di sostentamento di molti, prendendo ad esempio i pastori nomadi Maasai in Tanzania. Viene analizzato inoltre il ruolo del governo tanzaniano, che tenta di portare sviluppo nel paese attraendo investitori con la garanzia che c'è abbondanza di terra fertile, anche se, in pratica, la terra è quasi totalmente occupata. In poche parole, questo vuol dire che i progetti di agricoltura su larga scala stanno spingendo le persone fuori dalle loro terre. Tanzania allows Maasai land to be stolen under the guise of development può essere letto qui.
- Infine, il terzo articolo pubblicato da Daems per il sito di MO riguarda la legislazione della Tanzania, che sta creando un ambiente indubbiamente difficile per i contadini tanzaniani. Con lo scopo di ricevere assistenza allo sviluppo, la Tanzania deve concedere all'agro-industria occidentale piena libertà e protezione per le sementi brevettate. Le nuove leggi criminalizzano pratiche ancestrali: dove la maggior parte delle sementi veniva scambiata e venduta attraverso sistemi informali fra vicini, amici e familiari, oggi i contadini si ritrovano a dover affrontare pesanti sentenze penali, fino alla prigione, se scelgono di continuare a seguire lo scambio di semi tradizionale. L'articolo Tanzanian farmers are facing heavy prison sentences if they continue their traditional seed exchange si trova qui.
Foto: @Ebe Daems