SOFI 2017: nuovi indicatori, ma ancora lontani dalle vere cause della fame
Il rapporto che monitora ogni anno la sicurezza alimentare e la nutrizione nel mondo (SOFI) presente nuovi indicatori, che contribuiscono a dare un quadro più completo della situazione. Ma continua a non tenere nel giusto conto le disuguaglianze che sono alla base dell'insicurezza alimenare e della malnutrizione.
12 ottobre 2017 - L'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ed il Decennio di Azione sulla Nutrizione 2016-2025 delle Nazioni Unite, fanno appello a tutti i Paesi per agire insieme al fine di fermare la fame e prevenire tutte le forme di malnutrizione entro il 2030.
L'edizione di quest'anno de "Lo Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo" (SOFI), segna l'inizio di un monitoraggio regolare dei progressi per raggiungere gli obiettivi di sicurezza alimentare e nutrizione posti dall'Agenda 2030.
Nel 2016, il numero di persone affette da denutrizione cronica nel mondo è arrivato a 815 milioni: più dei 777 milioni del 2015 ma sotto i circa 900 milioni del 2000. Dopo un declino prolungato, quindi, l'aumento registrato negli ultimi anni sta invertendo la tendenza. La situazione della sicurezza alimentare è peggiorata particolarmente in alcune parti dell'Africa Sub-Sahariana, nel Sud-Est asiatico e nell'Asia Occidentale, e casi di deterioramento sono state riscontrate soprattutto in situazioni di conflitto, anche combinato con siccità o alluvioni.
Quest'anno, il SOFI presenta un nuovo indicatore, quello che riguarda il blocco della crescita nei bambini ("stunting"), derivante da denutrizione o cattive condizioni sanitarie. A livello globale, almeno 155 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrono di questa condizione. Questo tipo di indicatore, accanto ad altri vecchi e nuovi, cerca di dare una visione sempre più globale dello stato delle cose.
Tuttavia, come evidenziato da FIAN International in un articolo, "il rapporto non riesce a carpire le cause alla base della fame e della malnutrizione, inclusi i modelli dominanti di produzione e il contestato ruolo delle mutlinazionali nel formare le abitudini alimentari."
"Lo stato attuale della fame nel mondo", continua FIAN, "non è un fenomeno nuovo. Come riportato dal Right to Food and Nutrition Watch di quest'anno, le crisi non sono istantanee, ma più che altro multidimensionali, e sono il risultato di una discriminazione di lungo periodo e di inuguaglianze strutturali a livello politico, economico e sociale.
Quindi, nonostante la sua metodologia rivista e i nuovi indicatori, il SOFI non riesce ancora ad evidenziare tutte le questioni che sono dietro la malnutrizione e la fame, legate prevalentemente alla discriminazioni per classe, genere o etnia, o all'accesso alla terra, al lavoro e al capitale. "Coloro che soffrono di insicurezza alimentare e malnutrizione tendono ad essere meri oggetti di osservazione piuttosto che soggetti che avrebbero qualcosa da dire nel definire cosa dovrebbe essere osservato, monitorato, e come." afferma l'articolo di FIAN. "Per come sono ora, né il SOFI né gli SDGs (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) hanno sviluppato un indicatore che possa misurare il grado di concentrazione della terra o di inquinamento delle risorse idriche, elementi fondamentali che impediscono la realizzazione del diritto al cibo".