Siccità nel Corno d’Africa: la difficile situazione dei pastori

29 marzo 2017 – La situazione legata alla siccità in Africa Orientale sta diventando sempre più grave. Moltissime persone continuano a sfollare, a cercare cibo e vita altrove. E i problemi che già precedentemente rendevano la vita difficile a pastori e contadini, coloro che più di tutti abitano le terre aride e semi-aride del Corno d’Africa, emergono in tutta la loro complessità come ordigni programmati per esplodere nei momenti peggiori.

In un recente articolo apparso su Nigrizia, Bianca Saini mette in evidenza ciò che sta avvenendo in particolar modo nel nord del Kenya, dove il problema dell’accesso alla terre, unitamente all’emergenza attuale che costringe i pastori nomadi e semi-nomadi a cercare pascoli per i loro greggi ridotti allo stremo, ha portato ad una situazione di esasperazione tale da creare forti tensioni tra questi ultimi ed i proprietari terrieri.

L’accesso alla terra è una questione centrale nelle sfide che il Kenya affronta oggigiorno, e si creano tensioni sempre più esasperate dalla situazione di siccità estrema. Attualmente, nel quadro dell’ “IGAD Experts and Ministerial Meeting on 2017 Drought Response and Recovery” (dal 29 al 31 marzo a Nairobi), si sta discutendo delle strategie per dare risposte concrete alla realtà nel Corno d’Africa: il ritardo e la scarsa intensità delle piogge nel corso degli anni passati in gran parte della regione di IGAD, hanno portato al deterioramento dei terreni a pastura e di quelli coltivati, carenze sempre più gravi di acqua, migrazioni dei pastori, perdita del bestiame, e tensioni sempre maggiori nelle aree dedite alla pastorizia. Inoltre, alcune proiezioni sulla stagione in arrivo suggeriscono che la siccità non si fermerà, ma andrà avanti, inesorabile, e sarà probabilmente molto più disastrosa di quella del 2010/2011 che ha sconvolto il mondo intero.

Terra Nuova, che in Kenya e Somalia lavora a sostegno del settore dell’allevamento, in particolare nelle zone aride e semi-aride, si è unita al lavoro della “National Drought Management Authority”, ovvero l’autorità che si occupa della gestione della siccità, supportando la strategia “End Drought Emergencies”. Attualmente, la NDMA sta supportando economicamente un programma di “de-stocking” commerciale, in cui gli animali vengono macellati, e fornendo così maggiori entrate ai pastori. La carne viene trasformata in “biltong” – la carne essiccata -, un’ottima fonte di proteine a lunga conservazione, che può essere distribuita attraverso programmi alimentari a chi ne ha bisogno. Il mattatoio di Lomidat (creato originariamente attraverso un programma congiunto di Terra Nuova, Amref Health in Kenya, Amref Health in Italia ed il Pastoral Lomidat Multipurpose Coorperative Society Limited), in particolare, è coinvolto in queste azioni di trasformazione della carne.

Dare un’alternativa agli allevatori per garantire loro un’entrata anche nel periodo di siccità, piuttosto che veder morire il bestiame, è un obiettivo concreto e raggiungibile del lavoro di Terra Nuova nel Corno d’Africa, per far fronte non solo all’emergenza, ma anche a problemi strutturali e per creare nuove opportunità di sviluppo economico.

 

Foto | @UNICEFEthiopia