Qualcosa sta cambiando, la consapevolezza sta crescendo
10 febbraio 2016 - Ridefinire le priorità della ricerca sulla base delle esigenze dei piccoli produttori e dei movimenti sociali, in modo da promuovere e non ostacolare il cambiamento della società. E’ questo il motto che ha sotteso il recente colloquium on Global governance/politics, climate justice & agrarian/social justice dell'International Institute of Social Studies (ISS) a L’Aja il 4 e il 5 febbraio scorsi a cui Terra Nuova ha partecipato. Un incontro estremamente interessante anche perché, come quasi mai succede, luminari e professori universitari sedevano alla pari con i piccoli produttori e i rappresentanti dei movimenti sociali dando vita a un dialogo critico.
Tra i vari interventi, ha destato particolare emozione quello di Hanny Van Geel, (Coordinamento Europeo de La Via Campesina, tra i partner, insieme a Terra Nuova, del progetto Hands on the land for food sovereignty) che ha sottolineato come nella gente stia aumentando la consapevolezza sulle implicazioni che le scelte in fatto di agricoltura e di politiche agrarie hanno per la società. “Fino a 5 anni fa avevo trascorso tutta la mia vita in una fattoria. I miei genitori ne avevano una ed io e mio marito gestivamo un’azienda biologica”, ha esordito. “Il mio primo atto politico risale al 1974, quando attaccai slogan di protesta su vecchie lenzuola al trattore di mio padre. L'indomani lui e i suoi colleghi avrebbero bloccato alcune strade. Erano in 30.000. Il prezzo del grano si era abbassato, toccando 0,25 euro al kg. Da allora, i contadini sono stati spinti sempre più verso la specializzazione, mentre i redditi si sono abbassati al limite delle sopravvivenza. Ogni giorno, cominciavano a sparire 5 o 7 allevamenti, un processo che ancora perdura. Il nostro reddito e il nostro stesso sostentamento erano finiti nelle mani di un processo europeo legato a un processo globale. Abbiamo dovuto iniziare ad organizzarci, ma sulle questioni di commercio e sulle politiche globali e regionali non abbiamo vinto ancora nessuna battaglia. Negli spazi in cui possiamo parlare, come la FAO, la questione degli scambi non è mai sul tavolo.
Dove possiamo discutere, veniamo bloccati in dibattiti sui sistemi di pagamento, mai sulle politiche reali. Inoltre, quando protestiamo per le strade siamo criminalizzati e non mancano feriti o uccisi. Tuttavia, continueremo alzare la voce negli spazi dove ci è consentito farlo perché non abbiamo altra scelta.
Tutte cattive notizie, insomma? No. Oggi, qualcosa sta cambiando. I cittadini stanno cambiando. E i consumatori. Si stanno creando catene alimentari brevi e i mercati locali vengono restaurati. La coscienza è sveglia e le persone sono sempre più coinvolte. Questo accade nei Paesi in via di sviluppo come in quelli ricchi. Ma non è ancora sufficiente.
I poteri non sono tutti uguali. Vi è una forte necessità di sostenere le nuove alternative; gli enti locali hanno il potere e la possibilità di stare in piedi contro gli OGM, di dichiararsi comuni OGM o TTIP - free, di creare consigli alimentari, rafforzare le reti, sostenere le scuole di Agroecologia.
Abbiamo bisogno di aiuto in tutto questo. I grandi progetti di ricerca finanziati dall’UE devono essere rivolti all’analisi delle catene alimentari corte ed eque e allo sviluppo di nuovi mercati. Abbiamo bisogno di dati, per mostrare ciò che facciamo. Abbiamo bisogno di scambiare le conoscenze dei contadini. Abbiamo bisogno di casi di studio (soprattutto esempi positivi sui mercati informali esistenti in Europa) e di lavorare con le autorità locali europee in materia di politiche pubbliche e delle nuove tipologie di mercato.
Alla fine di ottobre, i movimenti per sovranità alimentare provenienti da tutta Europa si riuniranno in Romania per l'evento di Nyéleni. Saremo lì per discutere e costruire le nostre reti per il cambiamento del sistema alimentare. Non è un singolo evento, questo, quanto piuttosto parte di un processo in atto. Partecipate ai nostri processi e sosteneteci per raggiungere la sovranità alimentare.
Oltre a questo, chiunque, qui, può compiere scelte diverse nella vita quotidiana, attraverso ciò che si compra e si mangia ogni giorno. Dobbiamo agire con la nostra testa, il cuore e le mani.”
Il testo integrale dell'intervento è disponibile qui in lingua inglese.
Foto | @eurovia.org