Perù: Senza documenti d’identità, niente servizi, diritti, riconoscimento

La registrazione all'anagrafe permette a tutti i bambini e le bambine che nascono di "esistere". Ma in paesi come il Perù, questa pratica è poco diffusa nelle zone periferiche, in Amazzonia o nelle Ande. Da diversi anni abbiamo avviato interventi per facilitare la registrazione anagrafica dei nascituri,  in particolare nella regione di Amazonas e di Apurimac, insieme ai nostri amici di Apurimac Onlus, in collaborazione con le autorità statali (RENIEC). Grazie a quest'ultime, abbiamo favorito anche la registrazione dei nomi indigeni, in un approccio interculturale e rispettoso delle modalità tradizionali, e pubblicato raccolte di questi nomi in Awajún, Quechuas di Apurimac, Wampís, Jaqaru, Matsés, Aimaras e infine Shipibo-Conibo, presentato quest’ultimo pochi giorni fa da RENIEC.

14 marzo 2019 - Senza la registrazione anagrafica, i bambini che nascono non potranno mai andare a scuola, avere l’assistenza sanitaria; gli adulti ed anziani non potranno votare, aprire attività economiche legali, avere un titolo di proprietà della terra. Fantasmi: le persone che non sono registrate non esistono, non ricevono servizi e non possono reclamare diritti. In Perù questa situazione è presente e molto radicata soprattutto nelle zone lontane dai grandi centri abitati, nelle zone isolate dell’Amazzonia e delle Ande. Benché i dati quantitativi su tale fenomeno siano per definizione difficili da determinare, l’Instituto Nacional de Estadística e Investigación (INEI), considera che si sia circa il 4,2% della popolazione del Perù priva di documenti d’identità, quindi circa un milione e duecentomila persone; secondo UNICEF-Perù, ogni anno il 15% dei bambini non viene registrato.

Tra il 2010 e il 2012, Terra Nuova, insieme ad Apurimac onlus, ha realizzato un intervento per favorire la registrazione anagrafica in due regioni del Perù, a forte presenza indigena: nella provincia amazzonica di Condorcanqui (Amazonas) e nella provincia andina di Antabamba (Apurimac). Abbiamo collaborato, a livello molto vasto, con le autorità locali e l’ufficio nazionale per la registrazione anagrafica (RENIEC, il Registro Nacional de Identificación y Estado Civil), sensibilizzando le famiglie sull’importanza del documento di identità, lavorando nelle scuole elementari, collegando fortemente la registrazione anagrafica con l’esercizio di diritti prima negati.

Fedeli all’approccio interculturale e rispettoso delle modalità tradizionali, nell’ambito di questa azione si è lavorato con RENIEC per ottenere maggiore attenzione e rispetto –da parte del personale e dell’istituzione preposta-  per la volontà dei genitori indigeni a dare al proprio figlio un nome iscritto nelle tradizioni specifiche del gruppo etnico-culturale di appartenenza. Per fare questo, si sono realizzate nelle due provincie ricerche applicate, con docenti di alto livello come il professor Gustavo Solís Fonseca dell’Università San Marcos di Lima, raccogliendo il patrimonio di nomi propri di persona della tradizione, nella loro corretta grafia. Alla fine del progetto, di due anni, sono state raccolte e ordinate le informazioni, e si è pubblicato insieme a RENIEC un libro chiamato “Tesoro dei nomi Awajún”, riferito appunto a antroponimi in uso presso questa popolazione amazzonica della famiglia linguistica Jíbaro, e uno chiamato “Tesoro dei nomi Quechua in Apurimac”, contenente una prima approssimazione al patrimonio di nomi della lingua quechua. Questi libri sono uno strumento indispensabile per i funzionari addetti alla registrazione anagrafica, aiutandoli a scrivere in modo corretto e non storpiato, i nomi scelti dalle persone. Anche perché oltre alla fascia di persone prive di documenti, vi è un’altra parte consistente che si ritrovava documenti diversi (la carta d’identità e il codice fiscale, per esempio) con nomi scritti in modi diversi, con grandi problemi.

Con reciproca grande soddisfazione, RENIEC ha considerato altamente positiva l’esperienza e ha proseguito questo tipo di lavoro di indagine e di approccio interculturale; le ricerche linguistiche, e le rispettive pubblicazioni che raccolgono il patrimonio di nomi in lingua, sono proseguite e al momento attuale sono state concluse le seguenti: Awajún, Quechuas di Apurimac, Wampís, Jaqaru, Matsés, Aimaras e infine Shipibo-Conibo, presentato quest’ultimo pochi giorni fa da RENIEC.

Diritto ad esistere ed essere riconosciuti come persona individuale e come popolo indigeno, diritto alla propria cultura e ai nomi propri di persona tradizionalmente usati, esercizio di cittadinanza e accesso a servizi: questo il circolo virtuoso che ci interessa attivare.