Niñez Desaparecida: i bambini "scomparsi" del Salvador

Sono centinaia le storie di madri e padri che, nel Salvador, hanno visto portare via i propri bambini durante il conflitto armato negli anni Ottanta. Abbiamo incontrato uno di questi padri, alla ricerca di ben 5 figli... Una "piccola vicenda straziante ma sconosciuta", ci racconta Piero Confalonieri, che l'ha conosciuto in un recente viaggio nel Paese centroamericano.

6 novembre 2017 - Poco tempo fa, il presidente di Terra Nuova, Piero Confalonieri, ha visitato il progetto "AMSEC" nel Salvador e ci ha raccontato questo speciale incontro con don Francisco, un padre che da quasi trent'anni cerca di suoi cinque figli, strappati dalle sue braccia dall'esercito durante il conflitto armato negli anni Ottanta.


La tenacia delle “Abuelas de Plaza de Mayo” argentine, cioè le nonne che lottarono e tutt’ora continuano la ricerca dei nipoti nati nelle carceri durante gli anni della dittatura militare che obbligò alla paura un intero paese tra il 1976 e il 1983, è la più conosciuta delle battaglie latinoamericane per la memoria.  I ‘desaparecidos’ e in particolare, le vicende di centinaia di bambini strappati ai genitori e dati in adozione quando molto piccoli, ignari dell’identità dei genitori e delle modalità in cui essi perirono, è un capitolo della storia di riappropriazione delle pagine strappate con violenza dalle dittature dagli album familiari di centinaia di migliaia di famiglie in tutta l’America Latina. Una battaglia di microstorie personali che si intrecciano e diventano storia collettiva.

Poche settimane fa, a San Salvador, per una banale coincidenza abbiamo conosciuto don Francisco, un anziano ma vivace contadino, ex-guerrigliero del Frente Farabundo Martì. In una retata nella frazione rurale dove viveva, negli anni Ottanta del secolo scorso, l’esercito gli portò via cinque figli: il più grande di 12 anni e via via di età minori i più piccoli. Solo un bambino che era al seno della madre riuscì a salvarsi. Don Francisco da quasi trent'anni è alla ricerca dei suoi figli; lo aiuta nella ricerca l’associazione Pro-Búsqueda, un ente che supporta le persone che seguono le incerte tracce dei propri cari tra i meandri della sopraffazione e l’arbitrio. Una ‘piccola’ vicenda straziante ma sconosciuta, quella di don Francisco, che negli ultimi anni ha raccolto brandelli di confessioni, indizi e testimonianze; che sa bene come la sua ricerca rischi di essere vana dopo tanti anni e che anche qualora ritrovasse i propri cari, non sarebbe certo possibile riportare indietro l’orologio e riavere gli anni di separazione. Ma ostinatamente don Francisco scava e cerca, con la speranza, dici, di vedere almeno uno dei propri figli prima di morire.

Le cicatrici che lasciano i conflitti armati e le guerre civile, sono ferite dure a rimarginarsi, e che per farlo richiedono, essere mostrate e viste (verità); curate e pulite (giustizia); avvicinati i lembi della ferita e ricuciti (riparazione).

(Piero Confalonieri)