Nicaragua: Alberi di metallo per frutti avvelenati

16 marzo 2016 - Circa tre anni fa, delle strutture metalliche a forma di albero stilizzato e alte poco meno di venti metri, sono apparse nelle principali rotonde di Managua, la capitale del Nicaragua.

Ora, le principali arterie della città sono un tripudio di questi alberi: piazzati a poche centinaia di metri uno dall’altro, di colori differenti ed illuminati di notte. Anche a León ne ho visto uno e mi hanno detto che ne metteranno anche degli altri. L’idea della first lady nicaraguense - fautrice di questa particolare ‘riforestazione’ e che se non fosse che il Nicaragua è un paese di soli sei milioni di abitanti, si potrebbe considerare tra le donne più influenti del pianeta - è quella di continuare a riempire la capitale ed altre città di questi alberi per "rallegrare" il popolo.

Parlando con i tassisti, con conoscenti o ascoltando i discorsi della gente comune, non ho sentito nessuno gioire, semmai ho ascoltato commenti scandalizzati dallo spreco di soldi a fronte di una situazione difficile per la gran parte della popolazione delle campagne e dei quartieri marginali.

Ogni persona con cui ne ho parlato ha menzionato un costo diverso per ciascuno di questi ‘alberi’: chi 25mila dollari, chi 40mila, chi addirittura 80mila! Personalmente non ne ho idea, certo è che, tra fabbricazione, installazione, consumo elettrico delle luminarie e il  necessario vigilante 24 ore su 24 ad ogni ‘albero’, il costo sarà molto alto.

A Managua ce ne saranno almeno un'ottantina, ma ne ho visti altri adagiati, in attesa di essere messi in piedi e piazzati da qualche parte. Con i soldi di quattro di queste strutture certo si potrebbe attrezzare un ospedale;  il costo di una ventina permetterebbe di avviare un’opera seria di riforestazione in un paese che soffre il secondo anno consecutivo di siccità e perdita di raccolti, con ormai grandi problemi di rifornimento idrico per la gente di vaste zone e la definizione di paese a rischio per gli effetti del cambiamento climatico.

La gente non mi sembra contenta di questi monumenti allo sfarzo, e i commenti sono che “Non servono manco a fare ombra” o “avessero piantato alberi di mango almeno, pur senza lavoro si potevano mangiare i frutti. Che frutti vuoi che diano questi alberi di metallo?”.

Già. Non fanno frutti. O forse si, ma frutti amari, anzi avvelenati, perché quando chi governa non capisce che si sta allontanando troppo dalla gente e mettendo a prova la pazienza, quando l’esercizio del potere diventa allucinazione, semina solo risentimento e odio. (Piero Confalonieri)