Messico: la repressione contro i maestri

24 giugno 2016 - In Messico, lontano dalle luci dei riflettori, si sta svolgendo una feroce repressione dell'esercito e delle forze di polizia contro gli insegnanti nello stato di Oaxaca. Numerosi i morti e i feriti. Di seguito, pubblichiamo una lettera che ci è stata inviata da Daniela Marchini, amica di Terra Nuova, che si trova nel Paese in questi giorni e ci racconta cosa sta accadendo.

 

Anche quest'anno sono tornata in Messico, per accompagnare mio figlio da suo padre e andarmene, poi, a lavorare in qualche progetto in America Latina. Ma, arrivata a Città del Messico, mi sono trovata con le strade per Oaxaca e il Chiapas bloccate per l'ennesimo sciopero dei maestri. 

Presto però, parlando con amici, leggendo i giornali e parlando con il padre di mio figlio che vive a Oaxaca, mi sono resa conto che in realtà si tratta di una resistenza coraggiosa contro un governo repressore e sanguinario, pronto anche all'assassinio pur di far passare una "Riforma educativa" imposta dagli organismi internazionali e applaudita dalla OCDE. Ho scoperto che la Riforma Educativa in realtà è una Riforma amministrativa e del lavoro.

Ad esempio, l'esame di valutazione dei maestri - con valenza retroattiva -prevede il licenziamento del maestro se non supera l'esame. Altrimenti, questi assume un incarico di 6 mesi, ma senza ottenere il riconoscimento degli anni di insegnamento accumulati e privandolo della pensione. 

Difficile credere che uomini e donne stiano rischiando la vita per dei privilegi e non per dei diritti. Se così fosse, non avrebbero trovato l'appoggio della società civile, di intellettuali, giornalisti, medici, padri di famiglia...

Nessuno nega che il sindacato dei maestri, il più grande dell'America Latina, sia un sindacato corrotto, in cui la pratica della compravendita dei posti di lavoro é stata per anni un modus operandi, ma bisogna ricordare che questo modello è stato propriziato dal governo e si limitiva alla cupola del sindacato, non alla maggior parte dei maestri del settore rurale, quello indigena e più povera.

La CNTE, Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educacion, al vertice di questa protesta, nacque come dissidenza al Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione (SNTE) e ha sempre rivendicato la propria autonomia.

Difficile credere che chi sta danneggiando i bambini di questo paese siano i maestri e professori della CNTE e non un governo corrotto, nefasto, colluso con il narco, genocida e assassino.

Forse che i 43 giovani di Ayotzinapa assassinati, le centinai di giornalisti scomparsi, le centinaia di persone trovate in fosse comuni e le migliaia di persone torturate in questo paese, le migliaia di sequestri, il narcotraffico, sono responsabilità dei maestri e professori della CNTE? 

Oaxaca, Chiapas, Michoacan Guerrero, gli stati più poveri del paese, dove la rivolta è piu forte, sono sotto assedio. E la polizia risponde sparando, con pestaggi violenti. In più riprese sono stati colti saccheggiando i negozi con il fine di screditare il movimento. Anche bambini, figli di maestri, non si sono uniti alla protesta. Emblematica l'intervista a Daniel, un ragazzino che racconta come la polizia lo ha detenuto e lo ha minacciato per farlo tacere. 

Ogni volta che vengo in Messico, gente a me vicina mi racconta di parenti sequestrati e uccisi o liberati dietro pagamento di riscatto. E non mi sembra di vedere migliaia di poliziotti schierati per annientare i sequestratori. Detto tra noi, spesso i sequestratori sono gli stessi poliziotti, ragion per cui non li vedremo mai schierati contro di loro.

E la piaga sarebbero i maestri? C'è qualcosa che non va se una società civile non riesce ancora a distinguere la vittima dal carnefice. E c'è molto che non va se l'unica e laconica espressione dell'ONU è stata di "Condanna della violenza in Oaxaca e l'invito a investigare i fatti".