La Fondazione Gates è sempre una forza del bene?
21 gennaio 2016 - La Fondazione Gates "spesso appare come un’enorme multinazionale che controlli ogni passo di una catena che dalla sala del consiglio con sede a Seattle raggiunga milioni di utenti nei villaggi dell’Africa e dell’Asia meridionale". E’ quanto sostiene il rapporto lanciato in questi giorni da Global Justice Now e intitolato Gated Development - is the Gates Foundation always a force for good?
Ma di cosa si parla esattamente quando ci si riferisce alla Bill e Melinda Gates Foundation?
43,5 miliardi di dollari di capitale ne fanno certamente la più grande associazione di beneficienza del pianeta; tanto da intervenire, con aiuti internazionali, in temi come la salute globale e l’agricoltura molto più di quanto facciano molti governi. Le tentacolari attività spaziano dall’ambiente, all’agricoltura, alle campagne di vaccinazione. Con un solo, inquietante, leitmotiv - riportato dallo stesso sito della Fondazione - : “per raggiungere gli obiettivi caritatevoli si fa in modo di ottenere il massimo profitto dagli investimenti effettuati”. Applicando, quindi, le teorie neo liberiste e “l’etica” delle multinazionali allo sviluppo con il conseguente ingresso di discussi colossi come Monsanto, Bayer, McDonald in importanti progetti di cooperazione. Un ossimoro per la maggior parte delle realtà che operano nel settore dello sviluppo internazionale. Specie quando le attività filantropiche finiscono per sostenere l’agricoltura industriale, l'uso di fertilizzanti chimici e costosi, le sementi brevettate e gli OGM a detrimento proprio di quell’agricoltura sostenibile e di piccola scala baluardo della sovranità alimentare. Insomma, per dirla con le parole del Rapporto:"gran parte del lavoro della Fondazione sembra bypassare le conoscenze locali”. E tutto questo potrebbe finire per esacerbare le disuguaglianze globali e radicare il potere delle imprese a livello internazionale.
Non solo, qualche tempo fa anche Vandana Shiva espresse una sua opinione in merito, asserendo che la Fondazione Gates costituisce la "minaccia più grande per gli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo," faciltando l’ingresso delle grandi imprese in mercati altrimenti difficili da raggiungere come quelli africani. Eppure, la relativa mancanza di voci dissonanti è uno degli aspetti più preoccupanti e drammatici di tutta la vicenda legata alle cospicue elargizioni benefiche dei coniugi Gates. Nonché uno dei nodi centrali del Rapporto. Infatti, secondo Global Justice now, la Fondazione metterebbe a tacere i propri detrattori proprio attraverso numerosi finanziamenti e patrocini. In questo modo, molte organizzazioni non governative, critiche dell’operato di Mister Microsoft, preferirebbero rimanere in silenzio pur di perdere i soldi che derivano loro dal programma.
Persino l’OMS, l'Organizzazione mondiale della sanità, secondo James Love, dell'Ong statunitense Knowledge Ecology International, in un’intervista apparsa qualche mese fa su Repubblica, deve fare i conti con la Fondazione Bill e Melinda Gates. Tanto che "Chiunque voglia fare carriera nell'Oms - denunciç allora Love, - deve avere buone relazioni con la fondazione dei coniugi Gates.
Bill Gates, aggiungeinfine la relazione, "ha un rapporto regolare con molti leader mondiali e sta finanziando personalmente centinaia di università, organizzazioni internazionali, ONG e media diventando la voce forse più influente dello sviluppo internazionale."
E sì, un po’ tutto questo fa paura.