La "Carta de Tarapoto": ecco la Dichiarazione dell'Ottavo Forum Sociale Pan Amazzonico

15 maggio 2017 - L'VIII Forum Sociale Panamazzonico, realizzato tra il 28 aprile e il 1 maggio 2017 a Tarapoto, in Perù, ha prodotto, come frutto delle sue riflessioni e dei dibattiti collettivi, resi protagonisti dalle diverse organizzazioni, movimenti e reti della Panamazzonia che vi hanno partecipato, così come per tutto il processo previo di quasi un anno e mezzo di lavori, questo documento che costituisce una sorta di traccia per il cammino delle lotte di resistenza, proposta e cambiamento, per preservare la Panamazzonia andina. Qui è possibile leggerlo in versione originale (spagnolo) e qui sotto la traduzione in Italiano a cura di Piero Confalonieri, presidente di Terra Nuova. Buona lettura!

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La “Pan Amazzonia” è formata dai territori storicamente costruiti dalla natura e dai popoli originari, dalle comunità locali rivierasche, contadine ed altre, le quali abbiamo fecondato il senso della vita con queste realtà e immaginari. Un senso della territorialità basato su relazioni di rispetto e di integrazione con il tessuto amazzonico in tutte le sue dimensioni  -non solo materiali ma spirituali, culturali e di uso- tutte in disputa con la violenta irruzione di società e visioni colonialiste, sfruttatrici e mercantiliste. Questa disputa si inquadra nel dispiegamento del sistema capitalista e del modello di sviluppo depredatore, patriarcale e razzista, generatore di diseguaglianze in tutte le sue forme. Lo sviluppo di questo sistema, accompagnato dai diversi fondamentalismi, sta inducendo il retrocesso nei diritti dei popoli, e specialmente nei diritti delle donne. Nonostante questo, i popoli amazzonici e andini resistiamo e persistiamo nell’impegno costante di difendere la vita nei nostri territori. Per questo, i popoli dei nove paesi del bacino amazzonico, riuniti a Tarapoto (Perù), insieme ai fratelli e alle sorelle di altre latitudini siamo venuti convocati dal VIII Forum Sociale Pan Amazzonico.

Il modello capitalista si esprime attualmente nello sviluppo estrattivo e di ‘green economy'. Questo è implementato attraverso le imprese multinazionali e nazionali, protette dagli Stati della Pan Amazzonia che abbandonano il loro ruolo di garanti dei diritti della popolazione e della natura, mettendo in serio pericolo la sostenibilità dei territori, della sovranità alimentare, aumentando la nostra vulnerabilità rispetto agli impatti del cambiamento climatico e provocando gravi trasformazioni socio-culturali nella vita dei popoli e nell’ambiente. In questo scenario, si riduce ogni volta di più la sovranità, l’autodeterminazione e i diritti sono meno riconosciuti e più violati. Questo sta succedendo con il diritto alla consulta previa per i popoli indigeni prima di interventi nei loro territori ancestrali, la cui applicazione si sta convertendo in un procedimento amministrativo, mentre sappiamo come debba basarsi sul rispetto dei diritti dei popoli, nel dialogo interculturale e negli standard ambientali. Inoltre, il potere legislativo dei vari paesi della regione amazzonica, approvano leggi che attentano contro la spiritualità e i diritti dei popoli, specialmente contro il diritto delle donne all’autonomia e alla gestione del proprio corpo.

A fronte di tutto questo, i popoli amazzonici ed andini continuiamo a resistere e a mobilitarci per la trasformazione delle nostre società e degli Stati, mettendo in discussione il modello estrattivista e affermando nuovi paradigmi basati sulle proposte di Vita Piena, del ‘Buen Vivir’, del vivere bene e dell’autogoverno. La risposta degli Stati è la criminalizzazione della protesta sociale per indebolire le organizzazioni indigene e di donne, i movimenti sociali e le istituzioni della società civile ed approfondire l’applicazione del suo modello in alleanza con le imprese petrolifere, minerarie, forestali, agroindustriali e i megaprogetti idroelettrici.  L’VIII Foro Sociale Pan Amazzonico, in questo contesto, propone di rafforzare l’alleanza, l’articolazione e la mobilitazione dei popoli amazzonici ed andini basandoci sul rispetto della natura, del territorio e della vita. Si presentano qui le proposte raccolte durante il Foro:

  • Costruire nuovi paradigmi a partire dalle proposte di Vita Piena, Buen Vivir, Vivere Bene, autogoverni territoriali, di cui sono portatori i popoli amazzonici ed andini.
  • Esigere agli Stati che le norme e le politiche nazionali si adeguino alle leggi internazionali sui diritti dei popoli indigeni amazzonici ed andini.
  • Denunciare e lottare contro la corruzione vincolata al modello estrattivista e ai megaprogetti di infrastrutture e di sfruttamento in Amazzonia e nelle Ande.
  • Rafforzare l’articolazione e l’unità delle organizzazioni sociali, indigene amazzoniche ed andine,  afroamazzoniche, di donne, comunità LGTBIQ, ricercatori accademici, organizzazioni di giovani, adolescenti, bambini e bambine, così come di altri movimenti sociali.
  • Esigere il riconoscimento dei diritti collettivi per i territori comunali e territori integrali indigeni a partire dalla diversità territoriale e dagli scenari esistenti nella Pan Amazzonia, valorizzando i saperi e le pratiche delle popolazioni.
  • Riconoscere e rafforzare le identità amazzoniche ed andine, prodotto di un ricco e complesso scambio che ha generato le culture dei nostri popoli.
  • Esigere che si fermi l’implementazione di false soluzioni alla crisi climatica nella regione Amazzonica, quali la cosiddetta ‘green economy’ e la finanziarizzazione della natura, che portano tra gli altri aspetti negativi, alla de-territorializzazione.
  • Esigere un riordino territoriale che si basi sul rispetto della nostra cosmovisione, delle fonti di acqua e delle maniere di concepire il nostro territorio.
  • Esigere agli Stati che garantiscano il diritto del popoli amazzonici ed andini alla comunicazione, democratizzando efficacemente i mezzi e le tecnologie di comunicazione.
  • Esigere la fine di ogni tipo di violenza contro le donne sia nelle comunità che fuori da queste, in particolare la violenza contro le donne difensore dei diritti.
  • Noi donne esigiamo che gli Stati tengano fuori i precetti religiosi nel momento di definire politiche e approvare leggi che hanno a che vedere con i nostri diritti, i nostri corpi e territori, e che si guidino invece dagli standard internazionali di diritti umani e laicità.
  • Il Foro Sociale Pan-Amazzonico adotta come suo il Tribunale di giustizia dei diritti delle donne pan-amazzoniche e andine.
  • Esigiamo che si riconosca e valorizzi il lavoro che le donne realizziamo nelle nostre famiglie, comunità ed organizzazioni, contribuendo alla sostenibilità della vita e al prodotto interno lordo (PIL) delle nostre nazioni.
  • Siamo solidali con il popolo della cosiddetta Guyana francese, e rifiutiamo l’esistenza di territori in condizione coloniale nella regione amazzonica.
  • Difendere i popoli in isolamento volontario e contatto iniziale. Esigiamo agli Stati il rispetto al diritti della libera autodeterminazione, riconoscerli, demarcare e proteggere i loro territori e garantire la loro essenza di gruppi transfrontalieri.
  • Per quanto riguarda i giovani, bambini, bambine ed adolescenti: esigiamo agli Stati il riconoscimento e il rispetto dei diritti ecologici. Allo stesso modo, esigiamo che gli Stati garantiscano il loro diritti a crescere in un ambiente sano e sicuro per vivere pienamente.
  • Esigiamo il riconoscimento dell’educazione comunitaria interculturale come espressione del rispetto verso le culture amazzoniche ed andine e verso la costruzione della cittadinanza interculturale.
  • Dare impulso a politiche pubbliche che affrontino la gestione della diversità culturale, valorizzando la diversità culturale di popoli indigeni nelle città, integrando la gioventù e l’infanzia.
  • Promuovere nuove relazioni tra l’urbano e il rurale, città/campagna, generando e promuovendo il consumo responsabile basato, tra gli altri, sull’agricoltura ecologica.
  • Promuovere sistemi agroforestali ecologici e la gestione sostenibile dei boschi amazzonici e andini, basandosi sulle organizzazioni indigene, per la sicurezza e sovranità alimentare.
  • Recuperare i prodotti e le specie native mediante l’interscambio di sementi nelle comunità e tra queste, con la partecipazione attiva delle donne.
  • Rivendicare e rafforzare le identità dei popoli amazzonici ed andini, recuperando l’uso delle lingue originarie.
  • Coinvolgere gli anziani saggi –uomini e donne-  come fonte dei saperi accumulati storicamente, che orientano e difendono l’identità dei popoli amazzonici ed andini.
  • Dare impulso alla vigilanza e al monitoraggio ambientale partecipativo basato sulle organizzazioni locali per prevenire la violazione di diritti e l’incremento dei conflitti che l’estrattivismo genera.
  • Accedere al sistema di giustizia internazionale per ottenere sanzioni contro le imprese multinazionali che violano diritti. Proporre e spingere per strumenti politici in questa direzione.

Il Foro Sociale Pan-Amazzonico esprime solidarietà con i popoli colpiti da guerre, da interventi sui loro territori e vittime della criminalizzazione della protesta e dei difensori di diritti, che li obbliga ad abbandonare i propri territori. I popoli amazzonici ed andini riuniti nell’VIII Foro Sociale Pan-Americano riaffermiamo il nostro impegno con la vita e la natura, chiamando a costruire e rafforzare una grande alleanza dei popoli basata sul riconoscimento e sul rispetto delle nostre diversità e convinzioni, e dei nostri dissensi.  In continuità con il percorso tracciato dai precedenti fori sociali pan-amazzonici, la convocazione alla lotta e alla resistenza si rinnova.

 Tarapoto,  1 maggio 2017