In Italia come in Messico: Carovane migranti in cerca di dignità
1 marzo 2016 - Guerra, sfruttamento, militarizzazione del territorio, distruzione ambientale, esclusione dall’accesso alle risorse naturali. Le radici delle migrazioni sono racchiuse qui. Si scappa dall’Africa, dalla Siria o dal Messico per gli stessi motivi e all’approdo, molto spesso, si aprono muri oppure si spalancano fitte nebbie entro cui perdersi, svanendo nel nulla. Perché non è affatto raro per i migranti trovarsi impelagati tra le maglie della tratta di esseri umani. Un pericolo concreto soprattutto per i minori.
Ne sanno qualcosa padre José Alejandro Solalinde Guerra che dopo aver più volte condannato gli abusi contro i migranti latinoamericani è stato minacciato dai gruppi criminali che trafficano con esseri umani; Ana Gricélides Enamorado (Movimiento Migrante Mesoamericano) madre hondureña che, dal 2010, cerca il figlio di cui non ha più notizie e Imed Soltani, rappresentante dell’associazione tunisina La terre pour tous, che da cinque anni rappresenta le madri di 504 ragazzi dispersi durante il viaggio verso l’Italia nel tentativo di ritrovarli o di conoscere la verità sulla loro sorte.
Il filo che unisce queste persone è costituito dalle Carovane Migranti, il progetto che, in Italia, rappresenta un ponte ideale e reale con la Caravana de Madres centroamericanas buscando a sus familiares desaparecidos che attraversa il Centramerica in direzione del confine statunitense per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla situazione dei migranti, promuovendo il rispetto dei diritti e della dignità umana per ciascuno di loro. Qui come in America il tema della migrazione necessita di risposte concrete che siano costruite sul lato migliore delle nostre società: solidarietà, buone pratiche, organizzazioni partecipate sui territori diventano i principi cui ispirarsi per “invertire, o almeno rallentare, la corsa verso un nuovo Medioevo”.
In Italia le Carovane Migranti – la cui partenza è prevista per il prossimo 2 aprile – muoverà da Torino alla Sicilia passando per tutte le zone simbolo della migrazione. Non solo: il percorso è stato suggerito anche da alcune possibili emergenze sociali e ambientali che possono diventare causa di migrazione. L’anno scorso è stata la terra dei fuochi, l’emblema di questo faro acceso sul nostro territorio, quest’anno invece tra i luoghi simbolo ci sarà anche Pescara per sottolineare il peso e le ricadute che certe scelte politiche ed economiche, come le trivelle nell’Adriatico, possono avere sulle popolazioni e la natura.
La Carovana attraverserà l’Italia dal 2 al 17 aprile 2016. 2500 chilometri da una parte all’altra della Penisola per raccontare e mostrare ciò che sta accadendo e promuovere alternative insieme a testimoni provenienti da Messico, Tunisia, Algeria e Lesbo, perché "il mare si trasformi in fiumi sicuri, corridoi per gli uomini e le donne alla ricerca di dignità, giustizia e lavoro."
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