L'infanzia nel mondo 2016: "Fermiamo le morti evitabili"

28 giugno 2016 - Dal 1990 il tasso di mortalità infantile è più che dimezzato in Niger, Malawi, Etiopia e Liberia e il numero delle persone che vivono in povertà estrema si è ridotto quasi della metà. La mortalità dovuta a malattie come diarrea, tetano, pertosse e Aids è scesa da 5,4 milioni del 2000 a 2,5 milioni del 2015. E’ quanto emerge dal rapporto Unicef  “La condizione dell’Infanzia nel mondo 2016”.

Tutto bene, quindi? Non proprio, perché se non si interverrà sulle cause della povertà e della fame in maniera incisiva, entro il 2030, 69 milioni di bambini sotto i 5 anni saranno a rischio morte mentre 167 milioni vivranno ancora in condizioni di estrema indigenza. Secondo le stime del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, poi, 750 milioni di donne per quella data saranno state date in sposa da fanciulle e oltre 60 milioni di bambini in età scolare non avranno accesso alla scuola aggravando in questo modo i problemi legati alla povertà per tutte le generazioni.

Inoltre, benché anche in Europa, a seguito della crisi del 2008, il numero dei minori indigenti sia aumentato fino ad arrivare ai 77 milioni del 2014 – con picchi riprovevoli soprattutto per l’infanzia rom, sempre più emarginata e, rivelano i dati, anche meno vaccinata rispetto ai coetanei non rom – le situazioni peggiori, ancora una volta, si registrano nell’Africa Sub-Sahariana. E’ qui che 2 bambini su 3 (circa 247 milioni) vivono nelle condizioni peggiori e, se non si cambieranno le cose, anche le loro prospettive per il futuro, una volta superata l’infanzia, non promettono miglioramenti sostanziali se è vero che, oggi, il 60% dei giovani tra i 20 e i 24 anni ha meno di quattro anni di scolarizzazione alle spalle.

“Non dare una giusta opportunità nella vita a centinaia di milioni di bambini significa alimentare i cicli di svantaggio intergenerazionale, mettendo in pericolo il futuro delle loro società” - ha dichiarato Anthony Lake, Direttore generale dell’UNICEF. “Ma abbiamo una possibilità: investire per questi bambini adesso”.