Il futuro dell’alimentazione mondiale sotto l’influenza delle multinazionali alle Nazioni Unite
16 febbraio 2016 - Proprio quando le imprese che si occupano di biotecnologie fabbricando semi transgenici rafforzano il loro controllo sul commercio mondiale, La FAO offre loro un palcoscenico ideale per sostenere la loro visione. All’apertura del simposio internazionale di 3 giorni sulle biotecnologie agricole organizzato dalla FAO a Roma, oltre 100 organizzazioni della società civile e dei movimenti sociali provenienti dai quattro continenti hanno pubblicato una dichiarazione che denuncia sostanza e struttura della riunione, che sembra un ulteriore tentativo delle multinazionali agroalimentari di dirigere le politiche dell’Agenzia delle Nazioni Unite verso il sostegno alle colture e agli alimenti OGM.
Il movimento contadino internazionale de La via campesina ha invitato le organizzazioni della società civile a firmare questa dichiarazione in reazione al programma dell’incontro. Due dei principali oratori della FAO sono, infatti, noti sostenitori degli Organismi Geneticamente Modificati L’agenda e gli avvenimenti paralleli previsti in questi 3 giorni integrano questo punto di vista con oratori appartenenti, tra gli altri, all’Organizzazione dell’industria delle biotecnologie (un gruppo commerciale statunitense),alla Crop Life International (l’associazione commerciale agrochimica mondiale), alla Dupont ( una delle più grandi multinazionali di semi OGM) e a CEVA (una grande impresa di prodotti veterinari). Tra gli 80 oratori invitati a parlare dalla FAO soltanto uno è apertamente contrario agli OGM. Non solo, uno dei due oratori alla sessione di apertura è un vecchio assistente del direttore generale della FAO che ha militato per quelli che noi chiamiamo i “semi Terminator”, programmati per morire al momento della raccolta obbligando gli agricoltori ad acquistarne dei nuovi ogni stagione. Il discorso del secondo oratore è invece intitolato “Verso la fine del dibattito sulle biotecnologie” lasciando intendere che il simposio della FAO dovrà essere il momento per mettere a tacere definitivamente le critiche sugli OGM.
Convocando questo incontro, la FAO mostra di aver ceduto alla pressione dell’industria intensificatasi in seguito alle riunioni internazionali sull’agro ecologia organizzate dalla FAO nel 2014 e nel 2015. Le riunioni sull’agro ecologia sono stati un modello di dibattito aperto a tutti i punti di vista, dai contadini fino all’industria. Invece l’industria di biotecnologie ha preferito programmare una riunione interamente controllata. Non è la prima volta che la FAO è implicata in simili giochi. Nel 2010, infatti, la FAO ha organizzato una conferenza sulle biotecnologie a Guadalajara, in Messico, al cui comitato organizzativo è stato impedito l’accesso agli agricoltori. Successivamente, si è cercato di ostacolare anche la loro partecipazione alla conferenza.
"Siamo preoccupati per il fatto che la FAO, una volta di più, serve da copertura alle imprese, proprio nel momento in cui queste parlano di fusione tra loro allo scopo di concentrare il settore commerciale dei semi in pochissime mani”, denuncia la società civile. E’ chiaro, secondo la dichiarazione della società civile, che l’industria vuole usare la FAO per rilanciare il proprio falso messaggio secondo il quale le colture geneticamente modificate possono nutrire il monde e abbattere il riscaldamento climatico. Quando la realtà è che nulla è stato cambiato grazie alla biotecnologia. Gli OGM non nutrono il mondo, ma sono usate da un pugno di Paesi per le piantagioni industriali di agro carburanti e gli alimenti per gli animali, intensificando l’uso di pesticidi e privando gli agricoltori della loro terra. Le multinazionali che si occupano di biotecnologie cercano di brevettare l’intera biodiversità del pianeta, mostrando che il loro interesse principale è il profitto e non la sicurezza e la sovranità alimentare. I sistemi alimentari industriali promossi da queste imprese è piuttosto uno dei principali motori al cambiamento climatico. Di fronte al rifiuto degli OGM da parte di molti consumatori e produttori, l’industria inventa sempre nuove e pericolose tecniche di modificazioni genetiche delle piante, senza chiamarle OGM. Agendo in questo modo, l’industria tenta di aggirare le regolamentazioni attuali per ingannare consumatori e agricoltori.
Secondo la dichiarazione della società civile, le attività del’agro ecologia sono molto vicine al modo in cui la FAO dovrebbe agire, ovvero “come un centro di scambio di conoscenze, senza agende nascoste da parte di alcuni”. Perché la FAO si limita ancora alla biotecnologia delle multinazionali e nega l’esistenze delle tecnologie contadine? La FAO deve sostenere queste ultime, diretta emanazione dei contadini, che offrono soluzioni più innovative, libere ed efficaci per mettere fine ala fame e alla malnutrizione. E’ tempo di porre fine al sostegno di un programma di imprese restrittivo, afferma la società civile.
“La maggior parte degli agricoltori del pianeta sono contadine e contadini, e sono loro a nutrire il mondo. Abbiamo bisogno di tecnologie che provengano da loro, e non delle biotecnologie delle multinazionali”.
Secondo Guy Kastler de La Via Campesina, "E’ tempo che la FAO ponga fine alla bio-pirateria e a tutti i sostegni alle biotecnologie di modificazione genetica la cui sola finalità è permettere a un pugno di multinazionali di brevettare e di appropriarsi della totalità della biodiversità coltivata esistente. La FAO deve al contrario sostenere le organizzazioni contadine e i ricercatori che si basano su programmi di selezione in collaborazione con i contadini al servizio della sovranità alimentare e dell’agro ecologia contadina".
La Dichiarazione è disponibile in Inglese, francese e spagnolo.