I mercati territoriali in Africa Occidentale: due studi in Mali e in Senegal
Il legame tra l'agricoltura familiare di piccola scala e i mercati territoriali è fortissimo. Lo dimostrano, tra le altre, due ricerche condotte in Mali e in Senegal, dove si sottolinea la centralità dei mercati territoriali nel garantire la sicurezza alimentare, la loro non marginalità anche in termini economici e il ruolo centrale delle donne.
4 luglio 2017 - L’agricoltura familiare è una componente essenziale dei mercati territoriali. Le ricerche portate avanti dal Meccanismo della Società Civile (CSM) e dalla campagna Hands On The Land (HOTL) per il documento “Connecting smallholders to markets. An analytical guide”, che fanno seguito ai risultati del lavoro di documentazione delle reti contadine africane ROPPA (Rete delle organizzazioni contadine dell’Africa Occidentale), Propac (Piattaforma Regionale delle Organizzazioni Contadine dell’Africa Centrale), EAFF (Federazione delle Organizzazioni Contadine dell’Africa Orientale) nell’ambito della precedente campagna “EuropAfrica”, partono da questo presupposto.
In particolare, un caso interessante è quello del Mali, analizzato da Mamadou Goita e Cissé Fatoumata Boré (IRPAD – Istituto di Ricerca e di Promozione delle Alternative di Sviluppo in Africa). I due ricercatori hanno riscontrato come le famiglie, ricche o povere, partecipando a diversi tipi di mercati dove vendono parte dei loro prodotti, riescano non solo a garantire la propria sussistenza, ma anche a generare ricchezza e lavoro sostenibile, creando un importante spazio sociale in cui interagire con altri agricoltori e attori operanti nei mercati.
La questione principale che Goita e Boré portano all’attenzione non è, dunque, come mettere in contatto i contadini con i mercati, cosa che peraltro già avviene. Piuttosto, è fondamentale analizzare come e con chi portare avanti degli investimenti in agricoltura per migliorare e preservare il valore aggiunto, al livello territoriale. Ciò implica garantire e rendere possibile l’accesso a mercati appropriati, fornire ai contadini gli strumenti necessari per ottenere reddito e soprattutto mantenere il loro livello di sicurezza alimentare. Oltre alla loro funzione economica, i mercati consentono:
- la socializzazione, per cui ognuno dimostra la propria comprensione delle regole e l’intera comunità mostra l’efficacia del sistema sociale;
- la condivisione delle informazioni, dove si scambiano informazioni importanti sulla zona e i mercati spesso rappresentano delle vere e proprie “newsletter ufficiali”;
- una dimensione politica, in cui si formano alleanze tra gli attori politici e i mercati diventano luoghi dove misurare il potere delle autorità locali e la prosperità delle comunità.
Secondo i ricercatori, delle politiche statali specifiche dovrebbero mirare ad organizzare le aziende agricole familiari in differenti categorie per costruire e/o consolidare differenti tipi di mercato a loro adeguati. attualmente gli agricoltori di piccola scala subiscono, in modo sproporzionato, l’influenza dei fallimenti del mercato internazionale, questi possono essere corretti solamente grazie agli interventi statali. sono necessarie politiche commerciali eque e la regolamentazione delle importazioni per proteggere i mercati nazionali e garantire la loro competitività migliorando la produttività e l'efficienza delle catene di valore locali. Bisogna ricordare, concludono gli studiosi maliani, che la produzione alimentare è spesso minacciata dalla concorrenza sleale presente nei mercati interni, elemento da monitorare e tenere presente per non far decrescere drasticamente le quote di mercato per i contadini.
Un altro interessante caso di studio sui mercati territoriali di Thiaroye e Pout (in Senegal) condotto da Assane Diop sempre per la guida analitica di cui sopra, analizza il ruolo dei mercati territoriali per la fornitura di una grande varietà di prodotti locali a prezzi accessibili,.si tratta di mercati creati in modo spontaneo nel 1960 da donne che “arrivavano dalle strade principali per vendere i loro prodotti”.
Circa 82.000 aziende agricole familiari vendono stagionalmente ortaggi ed altri prodotti, direttamente o indirettamente in questi mercati, che rappresentano quindi un luogo estremamente vitale per grossisti e rivenditori, in particolare: donne che vendono prodotti anche in mercati vicini, intermediari e giovani lavoratori provenienti da aree limitrofe che si occupano di trasporto e disimballaggio. Il mercato di Pout conta su un enorme potenziale umano e naturale: 26.205 tra alberi di mango, agrumi e banani coltivati su 11.000 ettari di foreste della regione di Thiès e 8.000 ettari nei pressi del Comune di Pout. Nonostante la loro importanza socio-economica e il loro forte apporto alle casse dello stato (vengono versate giornalmente tasse tributarie per 800.000 FCFA), sui mercati territoriali non viene realizza alcuna raccolta e condivisione di dati né da parte del Comune, né da parte dalle associazioni di commercianti. Lo studio sottolinea le crescenti minacce a cui i mercati territoriali sono esposti, a partire dal mercato internazionale e l’aumento delle importazioni a basso costo. Un ulteriore rischio è la perdita di terreni agricoli, causata dai crescenti interessi economico-politici come l’estrazione mineraria, l’aumento dell’edilizia abitativa e la sottrazione di terreni ai contadini.