Diritto al cibo: la Dichiarazione di Dakar

25 marzo 2016 - La lotta per i diritti umani si allarga a macchia d'olio. L'impegno della Rete Mondiale per il diritto all'Alimentazione e alla Nutrizione nella recente Dichiarazione di Dakar con un occhio al fermento e alle battaglie che si stanno compiendo ovunque nel mondo per arrestare fenomeni come land e water grabbing, e un altro a quanti, come Berta Caceres, hanno perso la vita mentre lottavano per la difesa dell'ambiente e dei diritti umani. 


Noi, membri e amici della Rete Mondiale per il Diritto all’alimentazione e alla nutrizione, rappresentanti di oltre 60 movimenti sociali e organizzazioni della società civile, ci siamo riuniti a Dakar dal 19 al 22 marzo 2016 per la quarta riunione mondiale della Rete.

Ci siamo incontrati a Dakar dopo aver assistito all’arrivo della Carovana dell’Africa Occidentale  della Convergenza globale delle lotte per la terra, l’acqua e i semi. Includendo 13 Paesi dell’Africa Occidentale, la Carovana ha viaggiato dal 3 al 18 marzo, mobilitando le comunità di tutte le regioni lungo la strada tra Ouagadougou a Dakar, passando per Bamako.

Allo scopo di porre in essere un vero CEDEAO dei popoli, la Convergenza continuerà la lotta delle comunità della regione affinché possano realizzare pienamente il loro diritto alla terra, all’acqua e ai semi. Denuncerà e si opporrà strenuamente alla criminalizzazione delle vittime e dei difensori dei diritti umani. La Convergenza esige la liberazione dei militanti ingiustamente imprigionati per difendere il nostro patrimonio comune nella lotta contro le multinazionali e la schiavitù, in particolare in Sierra Leone e in Mauritania

Riconosciamo la necessità di una convergenza sulle problematiche critiche legate alla violazione del diritto umano al cibo e alla nutrizione, che la carovana simboleggia. La carovana costituisce una tappa importante nel più ampio contesto della lotta comune che i contadini, i pescatori, gli allevatori, i lavoratori e le comunità devono affrontare ogni giorno per assicurare una vita decente e vivere una vita dignitosa nonostante l’assalto continuo ai loro mezzi di sussistenza e al loro modo di vivere da parte di forze conservatrici, multinazionali e governi.  

Ci incontriamo nella triste circostanza della morte di Berta Cáceres, la donna indigena honduregna che difendeva i diritti umani  e la terra, l’acqua e le risorse naturali delle comunità toccate dal progetto di sbarramento Agua Zarca. Salutiamo il suo lavoro e il suo spirito e chiediamo che gli autori di questo crimine odioso siano condotti immediatamente alla giustizia

Nonostante l’Honduras sia un dei paesi più pericolosi per i militanti, è prima di tutto regola piuttosto eccezione, è un dato di fatto che lo spazio per la società civile e la vera democrazia continua a ritirarsi drammaticamente nel mondo. In quanto difensori dei diritti umani, siamo assediati non solo dalla repressione dello Stato, ma da fondamentalismi di tutti i tipi, dalle multinazionali e dai loro agenti locali. Riaffermiamo fermamente il nostro impegno a fianco di tutti i militanti dei diritti umani che corrono dei rischi difendendo dall’accaparramento delle multinazionali la terra, l’acqua e i semi, le risorse naturali e i modi di vita.

Piangiamo la morte delle migliaia di donne, uomini, ragazze  e ragazzi morti a causa della violazione del loro diritto al cibo e a un’alimentazione adeguata, dalla nostra ultima riunione a Katmandu.

Ci riuniamo in un momento storico in cui le forze conservatrici guadagnano sempre più terreno nel mondo, e continuano a diminuire le vittorie acquisite dai movimenti dei diritti umani. Il conservatorismo fiscale ha visto la drastica riduzione dei budget sociali e delle disposizioni pubbliche nei 4 continenti, l’aumento delle speculazioni alimentari, l’aumento del land grabbing, regole commerciali ingiuste  all’OMC e attraverso accordi come gli APE, PTCI e il TIPP, così come il consolidamento delle alleanze tra il settore privato e gli stati.  

Inoltre, il cibo prodotto localmente, autoctono, è rimpiazzato da un’alimentazione ultra trasformata di scarsa qualità che perpetua una fame evitabile, malnutrizione e problemi di salute di ogni tipo. 

La commercializzazione di questi alimenti minaccia il benessere degli individui e delle comunità. La produzione di questi alimenti trasformati industrialmente minaccia i sistemi alimentari tradizionali e l’agro ecologia, contribuendo al cambiamento climatico.

Siamo profondamente preoccupati che l’allattamento al seno materno non sia sufficientemente promosso, protetto e sostenuto.

Chiediamo ai nostri governi di utilizzare gli strumenti di cui già dispongono per rispettare il loro impegno e i loro obblighi in materia di diritti umani. Esigiamo, inoltre, la fine dell’impunità per tutti coloro i quali contravvengono e minacciano i diritti umani. Sosteniamo, poi, l’iniziativa odierna che mira a porre in essere uno strumento internazionale vincolante dei diritti umani per la regolamentazione delle multinazionali.

Noi ci impegniamo a lottare contro l’accaparramento da parte degli interessi privati in tutte le sue forme e settori, di terra, risorse, semi e acqua, delle istituzioni o delle strutture di governo.  

Conservare e fare rispettare i diritti delle donne richiede un’attenzione e un impegno particolari, considerando che le donne devono lottare contro il patriarcato in tutti i campi della loro esistenza, incluso quello della sessualità, della fertilità e dell’autodeterminazione del proprio corpo. La violenza strutturale contro le donne deve cambiare per fare in modo che queste ultime possano partecipare a tutte le decisioni in maniera veramente democratica ed inclusiva. Ciò è ugualmente applicabile a un'evoluzione dei sistemi fondiari consuetudinari che assicurano il controllo e la messa in sicurezza della terra, del bestiame, dell’acqua. Noi, membri di questa rete, ci impegniamo fermamente in questo senso. I sistemi fondiari consuetudinari devono essere difesi dalla privatizzazione e della mercificazione.

Dalla riunione di Katmandu ad oggi noi abbiamo:

  • Lavorato insieme negli spazi politici internazionali e regionali, per la vera messa in opera delle direttive sul diritto all’alimentazione, sulla gestione della terra, della pesca e delle foreste che possono contribuire efficacemente all’eradicazione della fame, della malnutrizione d ella povertà,
  • Messo in evidenza le cause profonde della malnutrizione e i pericoli che la commercializzazione della malnutrizione attraverso il partenariato pubblico-privato pongono alla sovranità alimentare,  
  • Rafforzato i nostri scambi di informazione in modo che possiamo rafforzare la nostra presenza a livello locale e nazionale,
  • pubblicato l’Osservatorio per il diritto all’alimentazione alla nutrizione, nostro punto di vista per condividere i nostri punti di vista con tutti,
  • effettuato una missione d’inchiesta congiunta nei campi del tè in India sulla violazione dei diritti dei lavoratori.

Le conclusioni della missione hanno confermato i livelli elevati di abusi e di violazione del diritto al cibo dei lavoratori. La missione d’inchiesta chiede al governo di fare in modo che i proprietari dei “giardini del tè” siano responsabili dell’applicazione della Legge del lavoro nelle piantagioni assicurando ai braccianti un salario decente. Chiediamo, quindi, al governo di garantire i diritti umani di tutti i lavoratori delle piantagioni di tè in India.  

Noi, membri e amici della Rete GNRtN, ci impegniamo risolutamente a rafforzare la convergenza di tutte le lotte dei differenti, movimenti delle comunità del mondo che combattono insieme contro gli assalti continui alla sovranità alimentare dei popoli e ai diritti umani.

Chiediamo a tutti gli individui, gruppi e comunità di unirsi a noi in questa Convergenza globale delle lotte per a terra, l’acqua e i semi. Queste battaglie mirano ad assicurare la piena realizzazione di tutti i diritti umani, compreso quello all’alimentazione e alla nutrizione.