Diritti umani: Per un ruolo diverso dell'Italia in Egitto
22 giugno 2016 - Dopo la rivolta del 2011 in Egitto, e soprattutto dopo l’entrata in vigore nel novembre 2013 della Legge sulle proteste, che autorizza le autorità ad arrestare e a processare dimostranti a loro piacimento, secondo le stime riportate da Amnesty International, almeno 41.000 persone sono state arrestate. La maggior parte delle quali è stata imprigionata in maniera totalmente arbitraria, accusata di reati penali e processata in maniera irregolare. Un’ondata di arresti di massa e di puntale oppressione dei diritti civili e politici che sta letteralmente falcidiando un’intera generazione di ragazzi e ragazze, non solo egiziani, come drammaticamente ricorda l’efferato o omicidio di Giulio Regeni
Tutto questo è stato reso possibile anche a causa del silenzio colpevole della comunità internazionale che ha preferito evitare scontri con la presidenza di Al-Sisi, perché strategica nell’arrestare il terrorismo islamico. Occorre, quindi, una presa di posizione forte e condivisa da parte di tutti. Occorre, soprattutto, imprimere una spinta affinché le nostre istituzioni si attivino con misure adeguate, politiche ed economiche, capaci di opporsi alla sistematica violazione dei diritti che si sta consumando al di là del Mediterraneo. E’ questo il senso della campagna promossa dall’AOI (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione, solidarietà e volontariato internazionale), lanciata nella giornata di ieri, che ha come obiettivi fondamentali:
- sostenere le campagne già in corso in favore delle libertà civili in Egitto, in particolare “Human Rights Behind the Bars” della rete Euro-Mediterranea per i Diritti Umani e “Verità per Giulio Regeni” promossa da Amnesty International Italia
- fornire un’informazione aggiornata e corretta sulle violazioni dei diritti umani in Egitto, contribuendo al dibattito politico sul ruolo dell’Italia nel contesto delle relazioni diplomatiche e commerciali internazionali che legittimano il regime di al-Sisi, per una loro revisione
- proporre azioni mirate alla difesa di attiviste e attivisti dei diritti umani e al sostegno alle associazioni civili e sindacali democratiche del Paese, impegnando in tal senso anche il nostro Parlamento e il Governo
Secondo una nota diffusa dalla stessa AOI, inoltre, è in corso anche “un’intensa attività della diplomazia commerciale per avere un ruolo di controllo sulle risorse energetiche egiziane. In questo quadro si sono inserite alcune scelte del nostro Governo tra cui quella relativa alla compagnia ENI che si è assicurata lo scorso mese di marzo un contratto dal valore di 4,5 miliardi di euro per l’esplorazione di gas e petrolio nel Paese.”
“Significativa è, invece, l’iniziativa di AITR, Associazione Italiana Turismo Responsabile, a cui aderiscono alcune ong socie AOI: i suoi operatori hanno subito sospeso ogni relazione commerciale e istituzionale con l’Egitto a seguito della vicenda Regeni, chiedendo giustizia e rispetto per i diritti umani. Questa la dichiarazione del Presidente Maurizio Davolio: «l’Egitto è un Paese meraviglioso (…) ma un viaggio e una vacanza non sono possibili in un contesto di dolore e di indignazione».
Più nello specifico, la campagna promossa da AOI prevede:
- nel breve periodo: l’attivazione da parte del Governo italiano di un meccanismo di protezione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti egiziani presenti in Italia e di quelli che nel loro Paese lavorano con la società civile italiana ed europea. Nodi centrale in questo contesto sono la tutela giuridica e la pressione politica da assicurare anche grazie a un apposito fondo che sostenga le organizzazioni e le attività in Egitto, con l’augurio che possa essere una rampa di lancio per un’iniziativa europea; la liberazione dei prigionieri politici attuali; la garanzia di condizioni umane e dignitose di detenzione; la cessazione del ricorso alla tortura e riforma delle forze di polizia e di sicurezza egiziane; la sospensione delle misure contro le associazioni non governative indipendenti da parte delle autorità egiziane. Fondamentale anche la sospensione della cooperazione militare e la vendita di armi all’Egitto
- nel medio periodo: l’incoraggiamento di un processo per la «giustizia di transizione» in Egitto che faccia luce sulla repressione perpetrata nei confronti dei civili dal 2011 ad oggi, sulle più gravi violazioni della vita e dignità umana quali sparizioni e morti in carcere; lacontinuità del programma Debt Swap tra Italia ed Egitto e il coordinamento con programmi simili di altri Paesi europei; la revisione delle clausole della cooperazione economica e commerciale ed elaborazione di precise linee guida per le attività commerciali e d’investimento estero, che assicurino coerenza con gli impegni e le convenzioni internazionali sui diritti umani sottoscritte dall’Italia; il rafforzamento della società civile democratica e indipendente egiziana inserito tra le scelte strategiche della politica estera e di cooperazione internazionale italiana
L’AOI intende rivolgersi al Parlamento italiano perché accolga e sostenga le proposte della campagna, ed al Governo affinché apra un tavolo di dialogo e azione condivisa con i rappresentanti della società civile italiana per l’affermazione della democrazia e la tutela delle organizzazioni sociali e sindacali e degli attivisti dei diritti umani minacciati in Egitto.
E' possibile aderire all'iniziativa, come ha già fatto anche Terra Nuova, firmando qui la petizione.
Il documento completo della campagna è disponibile qui.