Continuiamo in ciò che è giusto. Senza #però

Continua la campagna di scredito aprioristico e malevolo contro il lavoro delle ONG. E' la volta del Gruppo Umana Solidarietà, accusato di illeciti fiscali e fondi neri. E' necessario il lavoro di accertamento delle autorità fiscali, ma non è accettabile quel modo di fare informazione che getta fango solo per screditare. Ecco il comunicato stampa di GUS.

14 febbraio 2018 - Nei giorni scorsi sono apparsi, in alcuni mezzi di stampa, articoli in cui si accusa GUS (Gruppo di Umana Solidarietà, ong che opera sia nell​a cooperazione internazionale nel Sud del mondo che nell'accoglienza di richeidenti asilo in Italia) di illeciti fiscali e 'fondi neri'. I toni di alcuni articoli sono inaccettabili, carichi di giudizi di valore, tesi a giungere a verdetti di colpevolezza, e ovviamente interessati a gettare benzina su una campagna elettorale già aspra. Va ricordato che GUS ha la sede a Macerata ed opera anche in questa città nell'accoglienza di migranti con status di richiedenti protezione internazionale. Consideriamo questi articoli, per il tono e contenuto, parte di una campagna di scredito aprioristico e malevolo al lavoro delle ONG, come la manipolazione che abbiamo visto a metà del 2017, per accusare le associazioni che operavano nel mar Mediterraneo nel tentativo di salvare vite. Ovviamente è necessario il lavoro di accertamento delle autorità fiscali ed altrettanto importante il ruolo della stampa nel vigilare e informare sull'operato dell'associazionismo; non è invece accettabile un modo di fare informazione che getta fango al solo fine di screditare.
Pubblichiamo il comunicato-stampa di GUS.


In merito alle notizie apparse sui media in questi giorni, riteniamo opportuno ricordare che il GUS è una delle principali realtà italiane non-profit, impegnata a tutto campo, e da molti anni, nell’ambito dell’accoglienza, dell’integrazione e della cooperazione internazionale, e più in generale del disagio sociale.

Il GUS opera in base alle procedure stabilite dalle norme vigenti e per essere chiari e senza equivoci, non c’è un campanello dove suonano direttamente i clandestini. I migranti che raggiungono l’Italia sono accolti dal GUS in un percorso definito, gestito dal Ministero dell’Interno e dalle amministrazioni locali. Non sono clandestini ma titolari di permesso di soggiorno, in attesa che venga loro eventualmente riconosciuta la protezione internazionale o umanitaria. In quest’ottica non è evidentemente superfluo ricordare che essere accolti è un diritto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria e dai trattati internazionali e che il GUS opera nel pieno rispetto di tale diritto.

Le attività del GUS sono facilmente riscontrabili dai bilanci, pubblici e accessibili sul sito istituzionale fin dal 2013. Questi evidenziano il lavoro quotidiano della ONG che, essendo un’organizzazione senza fini di lucro, non produce rendite e non divide utili e tutte le risorse sono impiegate in attività, come previsto da statuto e dal diritto civile.

Per dare qualche dato relativo solo agli ultimi tre anni, limitandoci a Macerata e provincia, il GUS ha attivato quasi 30mila ore di corsi di italiano tenuti da quaranta insegnanti qualificati per tutti i beneficiari accolti nei progetti di accoglienza, 60 corsi di formazione e quasi 200 tirocini formativi e di inserimento lavorativo che hanno permesso a oltre 400 beneficiari di trovare lavoro e autonomia.

In merito alle notizie diffuse da alcuni organi di stampa sugli accertamenti fiscali che coinvolgono anche il GUS Gruppo Umana Solidarietà, precisiamo che siamo a conoscenza di questa attività ispettiva da parte della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate fin dal 2015 e abbiamo già risposto nelle sedi opportune, come previsto dalla legge, nella serena consapevolezza che l’applicazione da noi data alla norma è quella corretta.

Questo per quanto riguarda la realtà dei fatti. Abbiamo dato mandato ai legali di procedere di fronte agli organi giudiziari competenti contro tutti coloro che hanno diffuso informazioni false o gonfiate ad arte.

Nel frattempo continuiamo in ciò che è giusto, con il nostro lavoro quotidiano, come facciamo da venticinque anni.