Colombia: lettera aperta al Presidente Mattarella in difesa di chi difende i diritti umani
Proprio oggi il neoeletto presidente colombiano Ivan Duque Marquez è in visita a Roma. Insieme a Amnesty International, Yaku, Operazione Colomba e Rete Italiana Colombia Vive abbiamo scritto una lettera aperta al Presidente Mattarella per ricordare il crescente numero di omicidi e minacce a chi difende i diritti umani in Colombia, nonostante gli accordi di pace.
22 ottobre 2018 - Lo scorso 18 ottobre alcune associazioni italiane che lavorano per la difesa dei diritti umani ed ambientali in Colombia, tra cui Terra Nuova, hanno inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in occasione della visita del Presidente della Colombia, il neoeletto Ivan Duque Marquez, proprio oggi, 22 ottobre, a Roma.
Il nostro paese da tempo è impegnato in prima linea nei negoziati di pace tra governo colombiano ed ELN, in un clima di crescente minaccia per organizzazioni sociali e leader comunitari da parte di formazioni neo-paramilitari. A questo impegno di sostegno ai processi di pace si aggiunge ora la recente nomina dell’Italia al Consiglio per i diritti umani dell’ONU per il triennio 2019-2021. L’Italia ha infatti qualificato la sua candidatura con alcuni impegni precisi, tra cui la protezione e il sostegno ai difensori dei diritti umani, il dialogo con la società civile e il sostegno al lavoro del Relatore Speciale ONU sui Difensori dei Diritti Umani Michel Forst, che ha avuto occasione di visitare il nostro paese in visita accademica nel maggio dello scorso anno. Nel corso dei mesi poi, abbiamo avuto varie occasioni di incontro e scambio di idee ed opinioni sulla situazione colombiana con il MAECI. A tal riguardo vorremmo anche apprezzare la posizione presa dal nostro paese in occasione della Universal Periodic Review del Consiglio ONU sui Diritti Umani sulla Colombia, raccomandazioni che si inseriscono in un contesto ancora complesso, pieno di opportunità ma anche di rischi per la pace ed il rispetto dei diritti umani nel paese.
Ci rivolgiamo a Lei per sottoporre alla Sua attenzione la nostra preoccupazione, condivisa con le
organizzazioni della società civile colombiana, in particolare per quanto concerne il crescente numero di omicidi e minacce verso difensori e difensore dei diritti umani. Vorremmo inoltre trasmetterLe l’esperienza della Comunità di pace di San José de Apartadò, nota internazionalmente come laboratorio sperimentale di pace dal basso, che si trova oggi ad avere più che mai bisogno del sostegno delle più alte Istituzioni dello Stato.
La firma dell’accordo di pace in Colombia ha suscitato grandi speranze e aspettative tra coloro che si sono impegnati a lungo per il suo riconoscimento. La fine del conflitto armato ha generato benefici indiscutibili, come la riduzione sostanziale delle cifre degli omicidi, degli scontri, dei sequestri e la definizione del contesto normativo e della struttura istituzionale a sostegno dell’implementazione dei singoli punti previsti dall’accordo. Tuttavia, persistono elementi di forte preoccupazione. Basti pensare ai 90 mila nuovi casi di sfollamento interno nel 2017 e ai 18 mila della prima metà del 2018 riportati dall’UNHCR, e alle 343 persone uccise per il loro impegno nella difesa dei diritti umani dal 1° gennaio al 22 agosto 2018. A questo occorre aggiungere la violenza che continua ad occupare i territori e a scuotere la vita quotidiana delle persone che li abitano. Gli episodi di violenza si registrano principalmente nelle aree rurali, dove il referendum del 2 ottobre 2017 aveva ottenuto un maggior numero di voti favorevoli alla pace. La violenza scaturisce da conflitti di natura socio-economica che si caratterizza per la presenza di vecchi e nuovi attori, come gruppi di neoparamilitari, narcotrafficanti, guerriglieri dell'ELN, dissidenti delle FARC.
In questo scenario il nostro sostegno alla Comunità di Pace nasce dalla preoccupazione legata alla
crescente presenza di gruppi neoparamilitari che ne minacciano l’esistenza. Sin dal 1997, anno della sua nascita, la comunità ha adottato un proprio codice etico fondato su principi di rispetto dei diritti umani, giustizia sociale, solidarietà e pace. L’esempio della Comunidad de Paz incarna un modello basato sulla pedagogia comunitaria che, insieme all’idea della sicurezza alimentare, garantisce forme di sostenibilità in grado di spezzare la catena della povertà e di praticare quella libertà e pace sancite dalla Dichiarazione Universale dei diritti Umani. Purtroppo, le famiglie della CdP hanno subito nel corso degli anni continue violenze, minacce, morti e massacri a causa della neutralità mantenuta nei riguardi delle parti coinvolte nel conflitto colombiano. Lo scorso 29 dicembre, ad esempio, uomini armati hanno fatto irruzione nella comunità di pace con la volontà di uccidere il rappresentante legale German Graciano Posso.
La Comunidad de Paz, oltre a godere delle misure di protezione della Corte Interamericana per i Diritti Umani, è supportata da vari gruppi di accompagnamento civile internazionale, tra cui Operazione Colomba, corpo nonviolento della Comunità Papa Giovanni xxiii. L’impegno di numerosi volontari, esposti oggi ai rischi derivanti dalla situazione di instabilità nell’area contribuisce alla sopravvivenza e al proseguimento dell’esperienza di resistenza nonviolenta e di pace dal basso proposta dalla Comunidad de Paz.
Soprattutto alla luce degli sforzi compiuti dall’Unione Europea e dalla Repubblica Italiana per la buona riuscita degli Accordi crediamo sia importante dare seguito al processo di implementazione dell’accordo di pace, in particolare per quando concerne, i difensori dei diritti umani e la protezione dei leader comunitari, la lotta all’impunità e lo smantellamento delle formazioni paramilitari, in modo da garantire una pace duratura costruita sulla giustizia sociale, valorizzando e sostenendo a tal riguardo la proposta praticata dalla Comunità di San José de Apartadò , vera e propria sentinella di pace.
Ci rivolgiamo a Lei, sicuri che la Sua sensibilità colga la necessità di preservare un patrimonio così importante oggi minacciato.
La ringraziamo sin d’ora per l’attenzione che vorrà dedicare a questa lettera.
Distinti saluti,
Amnesty International
Associazione Yaku
Operazione Colomba – Comunità Papa Giovanni XXII
Rete italiana Colombia Vive
Terra Nuova
Roma, 18 ottobre 2018