Asse Bayer - Monsanto: pericolo per consumatori, ambiente, agricoltura
24 maggio 2016 - Un asse tedesco statunitense , dal fatturato superiore ai 60 miliardi di euro, potrebbe sorgere per un attacco senza precedenti alla nostra agricoltura, alla protezione ambientale e alla salute pubblica. Questo, infatti, potrebbe significare la fusione tra il l’industria farmaceutica tedesca Bayer e l’americana Monsanto.
Con un’offerta di 62 miliardi di dollari (circa 55 miliardi di euro) in contanti, la Bayer ha formalizzato la propria richiesta di fusione in queste ore, dando corpo a una paura che era nell’aria già da diverso tempo. Il gruppo farmaceutico e chimico europeo, infatti, starebbe vagliando nuove ipotesi di crescita proprio nell’area delle sementi e ha deciso di farsi avanti in un momento storico cruciale per l’agricoltura europea a causa dei negoziati (segreti) in corso per il TTIP e le discussioni in sede europea per il rinnovo del permesso all’uso dell’erbicida glifosato.
Al momento, nessuna delle due multinazionali ha rilasciato dichiarazioni mentre l’antitrust, specie negli Stati Uniti, è al lavoro per le preoccupazioni riguardo alla concentrazione del settore agrochimico su scala internazionale. Recentemente, infatti, altre fusioni si sono verificate ai vertici del settore: quelle tra le statunitensi Dow Chemical e DuPont e la cinese China National Chemical Corp e la svizzera Syngenta. Proprio quest’ultima aveva in passato respinto le proposte di fusione avanzate dalla Monsanto in un leitmotiv globale, evidentemente, purtroppo ispirato ai monopoli e alla crescita.
Se l'operazione andasse in porto, ne nascerebbe il più grande produttore mondiale di sementi e prodotti chimici per l'industria agricola (antibiotici, semi di culture geneticamente modificati e pesticidi): un vero mostro tentacolare probabilmente pronto ad aggredire i nostri diritti e la nostra terra.
“La forza che Monsanto-Bayer sarebbero in grado di esercitare nei capitali statunitensi ed europei sarebbe negativa per i consumatori” sostiene Gary Ruskin, co-fondatore di US Right to Know, un gruppo che promuove l'etichettatura degli alimenti geneticamente modificati. Impossibile dargli torto.
Foto | Flickr@avrorra