41 hanno perso la vita, ma migliaia sopravvivono alla violenza di ogni giorno

E' passato un anno dalla tragedia che in un rifugio per bambine ed adolescenti, in Guatemala, ha visto morire 41 di loro. Nonostante questo, ancora nessun passo in avanti viene fatto per migliorare le condizioni dell'infanzia e delle istituzioni che dovrebbero essere al servizio di essa. Riportiamo qui il comunicato del PAMI Guatemala.

8 marzo 2018 - Questo 8 marzo, oltre a celebrare la Giornata Internazionale della Donna, si commemora il primo anno dalla tragedia del rifugio guatemalteco Hogar Virgen de la Asunción, dove 41 tra bambine ed adolescenti guatemalteche hanno perso la vita: alcuni affermano a causa della negligenza statale, altri pensano che sia stata l’ultima di una lunga catena di violenze che hanno vissuto nelle proprie abitazioni, nella scuola ed, in ultimo, all’interno di una istituzione, tutti spazi che invece avrebbero dovuto proteggerle ed assisterle. Condividiamo qui il comunicato del PAMI in Guatemala (Programa de Atención, Movilización e Incidencia por la Niñez y la Adolescencia).

Tutti e tutte ci stracciamo le vesti ricordando questa tragedia, però è passato un anno e la condizione dell'infanzia e delle istituzioni che dovrebbero essere al servizio di essa rimangono senza miglioramento: la Secretaría de Bienestar Social continua a non effettuare programmi nei propri centri di protezione ed assistenza, con un'alta rotazione del personale direttivo e senza investimenti per l'assistenza a bambini ed adolescenti che continuano ad affollare i centri rifugio. Non si migliora la copertura e la qualità educativa di cui soprattutto le bambine e le adolescenti necessitano per il proprio sviluppo integrale, poiché esiste un Ministerio de Educación le cui priorità sono sempre più di carattere burocratico e con poca possibilità di fondi e per investimenti. Il Programa Educar con Responsabilidad, che si basa sull’Accordo interministeriale (Educazione e Salute) attraverso il quale si dovrebbero coinvolgere bambini, bambine ed adolescenti scolarizzati e non, prosegue ma senza essere applicato. L'educazione sessuale e riproduttiva continua ad essere stigmatizzata, così come è accaduto con l'ordinanza emanata dalla Corte Suprema di Giustizia affinché  la Procuratoria dei Diritti Umani non utilizzi il manuale proposto da questo ente  per sostenere l'infanzia e l'adolescenza nell'esercizio di questo diritto. Questa invece sarebbe un’azione strategica ed appropriata a coinvolgere l'infanzia e l'adolescenza e ridurre così la cifra di 90 mila bambine ed adolescenti che nel paese si trovano in gravidanza precoce.

Quest'anno saremo in molti settori ed attori che ci accontenteremo di marciare nelle strade, realizzare opere di teatro, conferenze stampa in una serie di attività che sembra possano sostituirsi alla carenza di  un intero anno nel corso del quale non abbiamo avuto la capacità di incidere efficacemente sul governo che non si è assunto le proprie responsabilità, e che continua a fare finta di niente di fronte a questi  fenomeni ed indicatori che riflettono solo i livelli di mancato compimento delle proprie responsabilità istituzionali.

Il Guatemala ha una cultura di sofferenza e morte. In base a quest’ottica è rilevante contabilizzare i numeri dei morti, feriti, violentate, assassinati, denutriti, ecc.. Solo questo sembra rilevante. Per questo, così come commemoriamo la passione e morte di Gesù Cristo con processioni, rituali ed incenso, commemoriamo la morte e i funerali delle persone più che dare attenzione alla vita di chi ancora è vivo. In questo caso commemoriamo la morte di 41 bambine ed adolescenti che hanno perso la vita all’interno di una istituzione ed abbiamo dimenticato la vita di decine di migliaia di bambine ed adolescenti che fuggono e che sopravvivono in maniera resiliente, giorno per giorno, di fronte all’oblio ed alla visione miope di tutti gli attori governativi.

Questa vuole essere una convocatoria per affinare le nostre azioni di incidenza volte al  raggiungimento dei diritti dell’infanzia, in particolare quelli delle bambine e delle adolescenti guatemalteche, affinché i garanti, ossia i principali responsabili, organizzino un paese in cui le bambine e le adolescenti possano godere di un ambiente appropriato ed atto a farle crescere integralmente.  Per ricordare  le 41 bimbe morte non ci sarà modo migliore che ricordare le decine di migliaia che sopravvivono quotidianamente alle violenze. “Così, di fronte alla morte ci sono due attitudini: una, verso il futuro, che la concepisce come creazione; l’altra, verso il passato, che si esprime come fascinazione del nulla, come nostalgia del limbo. Una civiltà che nega la morte finisce di negare la vita” come dice il poeta messicano Octavio Paz (1914-1998).