10 settembre, giornata di azione contro il WTO e gli accordi di libero scambio

11 settembre 2017 - Ieri, in occasione della Giornata di Azione contro il WTO e contro i Free Trade Agreements (FTAs), La Via Campesina ha lanciato un importante appello ai movimenti sociali ed alle organizzazioni della società civile di tutto il mondo, invitando alla mobilitazione in occasione dell'undicesima Conferenza Ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio che si svolgerà il prossimo Dicembre. Riportiamo qui di seguito il Comunicato in italiano.


Oggi, La Via Campesina invita i movimenti sociali e le organizzazioni della società civile di tutto il mondo a mobilitarsi ed a coordinare la loro resistenza contro l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e gli accordi di libero scambio (ASL), a costruire delle alleanze solidali ed a prepararsi per una settimana di mobilitazione mondiale nel dicembre 2017.
Per la prima volta dalla sua costituzione, l’Organizzazione Mondiale del Commercio si riunirà in Sud America. Dal 10 al 13 dicembre il governo di Mauricio Macri accoglierà l’11° Conferenza Ministeriale dell’OMC a Buenos Aires, in Argentina. Vi parteciperanno industriali, ministri, cancellieri e anche presidenti nazionali. Con quale scopo? Per esigere più “libertà” per le loro aziende, più “facilitazioni” per sfruttare i lavoratori e le lavoratrici, le contadine e i contadini, i popoli indigeni, la terra e i territori. In altri termini, per avere meno freni al saccheggio delle multinazionali.
Dalla sua entrata in scena nel 1995, conseguenza dell’Accordo generale sulle tariffe doganali ed il commercio (GATT), l’OMC ha favorito il capitalismo nella sua forma più brutale, che conosciamo sotto il nome di liberismo. Nelle successive conferenze ministeriali, l’OMC si è impegnato ad estendere la liberalizzazione dei mercati nazionali, promettendo prosperità a discapito della sovranità. Più o meno negli stessi termini -“liberalizzazione, deregolamentazione e privatizzazione”, i cardini del
Pacchetto neoliberale- l’OMC ha incoraggiato la moltiplicazione degli accordi di libero scambio tra singoli paesi e nei blocchi regionali. Su questa base, e utilizzando i governi cooptati allo scopo, le più grandi società transnazionali del mondo approfittano per minare la democrazia ed indebolire tutti gli strumenti istituzionali che servono a difendere le vite, i territori e gli ecosistemi alimentari e agricoli dei popoli del mondo.
Durante la scorsa conferenza ministeriale, svoltasi a Nairobi nel 2015, l’OMC ha ratificato sei decisioni riguardanti l’agricoltura, il cotone e questioni legate ai cosiddetti paesi in via di sviluppo (PVS). Le decisioni in materia agricola consistevano in impegni ad eliminare le sovvenzioni alle esportazioni agricole, raccolte di fondi per la sicurezza alimentare, un meccanismo di salvaguardia speciale per i paesi in via di sviluppo e delle misure legate alla coltivazione del cotone. Ulteriori misure sono state adottate anche riguardo al trattamento preferenziale dei PVS nel campo dei servizi, e sono stati
discussi dei criteri per determinare se le esportazioni dei PVS possano beneficiare di canali commerciali preferenziali.
Quest’anno, con la “Macri Inc.” presso la Casa Rosada (Argentina), il “colpo di stato” di Temer al Palazzo di Planalto in Brasile e il brasiliano Roberto Azevedo come direttore generale, l’OMC vuole approfittare del contesto regionale per riprendere in mano il tema agricolo, mettere fine alla pesca artigianale e andare avanti con il famigerato Accordo sugli scambi di servizi (TiSA), oltre che con altri accordi multilaterali. Al di là dei falsi discorsi protezionisti di Washington e Londra, l’OMC terrà una nuova riunione per tentare di imporre il capitalismo, alle spese della vita, del pianeta e della democrazia dei popoli.
Durante più di 20 anni di lotta contro l’OMC, i popoli hanno resistito al tentativo trasversale di globalizzazione, anche del sistema agroalimentare, in favore delle imprese multinazionali. Le nostre lotte sono state un ostacolo importante all’affermazione di questa organizzazione e in questo quadro La Via Campesina ha senza alcun dubbio giocato un ruolo decisivo. La nostra resistenza alla liberalizzazione dei mercati si è affermata durante il processo negoziale dell’Uruguay Round e del
GATT, l’Accordo generale sulle tariffe ed il commercio. Inoltre, La Via Campesina si è mobilitata durante praticamente tutte le conferenze ministeriali dell’OMC: da Seattle (1999) e Cancun (2003) – dove il nostro fratello Lee Kyung Hae, stringendo un cartello che recitava “L’OMC uccide i contadini” ha immolato la propria vita- passando per Bali (2013) e Nairobi (2015).
Quest’anno, dall’8 al 15 dicembre, una delegazione internazionale de La Via Campesina si recherà a Buenos Aires per partecipare attivamente alle numerose mobilitazioni, forum e dibattiti organizzati dalla società civile. Saremo lì per denunciare l’OMC per l’organizzazione criminale che è, brandendo la bandiera della sovranità alimentare. Denunceremo i governi che, dopo aver registrato l’indebolimento
dell’OMC, hanno fatto ricorso a dei mega-trattati di libero scambio bilaterali e regionali che minacciano di annientare i nostri sistemi alimentari, esattamente come ha fatto l’OMC nel corso dei passati decenni.
Esortiamo tutte le nostre organizzazioni membro -in tutti e ciascuno dei loro paesi- a mobilitarsi durante questa “Settimana di mobilitazione contro l’OMC” (dall’8 al 15 dicembre), a trovare i migliori momenti e le migliori alleanze per denunciare l’OMC e i numerosi accordi di libero scambio bilaterali e regionali nel loro contesto sociale e politico specifico.
Insistiamo affinché l’agricoltura non faccia parte di alcuna negoziazione dell’OMC!
Lo ripetiamo una volta ancora:
NO ALL’OMC!
NO AGLI ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO!
PER LA SOVRANITA’ ALIMENTARE DEI POPOLI!
GLOBALIZZIAMO LA LOTTA, GLOBALIZZIAMO LA SPERANZA!