"Il populismo autoritario e il mondo rurale": la conferenza nei Paesi Bassi
L'Emancipatory Rural Politics Initiative (ERPI - Iniziativa per le Politiche Rurali di Emancipazione) cerca di comprendere l'ascesa del "populismo autoritario" nel mondo rurale, così come le forme di resistenza che si vengono a creare e le alternative che potrebbero essere costruite. Le nuove politiche di esclusione stanno generando profonde ineguaglianze, l'aumento della disoccupazione, caos climatico, e divisioni sociali. L'ERPI si è concentrato sui processi sociali e politici negli spazi rurali che stanno generando alternative alle politiche autoritarie e di regressione. L'intento è quello di provocare un dibattito e un'azione tra studenti, attivisti, praticanti e decisori politici di tutto il mondo, che si preoccupano della situazione attuale e sperano in alternative.
Per affrontare questi temi, l'ERPI ha organizzato una conferenza internazionale sul tema "Populismo Autoritario e Mondo Rurale" il 17 e 18 marzo 2018 presso l'Istituto Internazionale di Studi Sociali (ISS) a The Hague, Paesi Bassi. Tra gli speaker che interverrano nella plenaria, ci sono Achin Vanaik, Becky Bond, Burak Gurel, Dzodzi Tsikata, Eduardo Gudynas, Hilary Wainwright, John Gaventa, Karin Nansen, Khin Zaw Win, Natalia Mamanova, Raj Patel e Zack Exley.
Oltre agli interventi in plenaria, ci saranno gruppi di lavoro che discuteranno su sottotemi quali:
- la congiuntura corrente: radici rurali e conseguenze
- resistere, organizzarsi e mobilitarsi per politiche rurali di emancipazione
- alternative: comprendere, supportare, creare, approfondire.
Non sarà la tipica conferenza accademica: l'approccio sarà invece molto interattivo e partecipativo, al fine di includere tante prospettive ed esperienze differenti.
Terra Nuova sarà presente alla conferenza, e ci sarà una breve presentazione di un paper scritto a quattro mani da Paola De Meo (Terra Nuova) e Marco Omizzolo (ricercatore, scrittore, presidente di Tempi Moderni e direttore di In Migrazione). Il paper, dal titolo "Exploited and invisible: what role for migrant workers in our food system?" (Sfruttati ed invisibili: quale ruolo per i lavoratori migranti nel nostro sistema alimentare?), articola la tesi secondo cui la sinistra, in Italia ma in generale nel mondo, stia perdendo un'altra opportunità, evitando legami con i movimenti di base e le lotte rurali per l'agricoltura contadina. Il periodo di campagna elettorale appena concluso non ha fatto alcun riferimento all'agricoltura o alla riforma della PAC (Politica Agricola Comune), e parlando dei migranti, non si è mai accennato al fatto che il "made in Italy" è in realtà frutto del lavoro migrante in agricoltura. Ignorare l'elettorato che viene dalle campagne vuol dire avere una mancanza di visione della gestione territoriale, del clima, dell'ambiente e della salute per le generazioni a venire. Il rischio enorme è vedere partiti e movimenti di estrema destra prendere possesso del concetto e della visione della sovranità alimentare, catturando i bisogni e le aspirazioni legate alla rilocalizzazione delle politiche per sistemi alimentari più equi.