Dietro ogni pomodoro, dietro ogni migrante: connettere le conoscenze per comprendere il presente

I mezzi d’informazione sempre più presentano e rappresentano schegge, elementi parziali della realtà, senza permettere alle persone di cogliere le interdipendenze e connessioni tra i diversi fenomeni che attraversano e destabilizzano le nostre società.

Sul tema dell’arrivo sulle nostre coste e nelle città di migranti e richiedenti protezione internazionale, questo viene presentato spesso come una ‘invasione’, e mai viene approfondito il discorso delle cause profonde di tale spostamento di milioni di persone. Ed ancor meno viene detto del ruolo della forza lavoro migrante nei processi di ristrutturazione di interi comparti economici dei paesi del Nord.

Anche nell’ambito del cosiddetto ‘terzo settore’, spesso prevale una settorializzazione che non aiuta ad aggiornare le analisi, scambiare le esperienze e progettare interventi che non solo suppliscano ai vuoti delle istituzioni, ma trasformino la realtà. Le importanti realtà che lavorano con attenzione e onestà nell’accoglienza dei rifugiati, poco dialogano con le ONG di sviluppo che lavorano nei paesi di provenienza; le coraggiose esperienze di organizzazione sindacale che supportano le lotte bracciantili degli stagionali, poco conoscono delle altre dimensioni menzionate.

Questa frammentazione, pur non volendo, mantiene ed alimenta  letture rozze e securitarie della situazione politica e sociale del nostro Paese e del mondo, o sostiene un approccio disorganico, ondivago e discriminatorio delle istituzioni statali e delle normative che queste emanano.

Il 25 novembre 2016, dalle ore 17, Terra Nuova ha organizzato una tavola rotonda con alcune persone e realtà particolarmente esperte sulla tematica, dal titolo "Dietro ogni pomodoro, dietro ogni migrante: connettere le conoscenze per comprendere il presente", presso l'ass. La Villetta Per Cuba (via degli Armatori, 3 Roma), per un confronto aperto e sincero, un cammino congiunto, un percorso di conoscenza e approfondimento reciproci.

Scopo dell'incontro è quello di collegare (dapprima  come uno sforzo di analisi critica e di aggiornamento, per poi contribuire a modificare l’ordine delle cose) i processi che sistematicamente da alcuni decenni sono stati fatti per indebolire le agricolture tradizionali e familiari africane (i programmi di aggiustamento strutturale, l’obbligo di aprire i mercati nazionali in una logica di libero scambio evidentemente favorevole ai prodotti esterni, lo smantellamento degli apparati statali e dei servizi all’agricoltura, l’enfasi all’agroesportazione), con l’esodo rurale, la crescente urbanizzazione e i potenti flussi migratori verso l’Europa. E tutto questo con il ruolo di vero e proprio esercito di manodopera di riserva che sta svolgendo – in condizioni disumane e di vera e propria schiavitù - la massa di persone giunte sulle nostre coste e che un sistema irrazionale di gestione della migrazione getta nelle mani di organizzazioni criminali che disciplinano il lavoro stagionale, nell’agricoltura italiana. Ci interessa studiare e poi denunciare il ruolo di istituzioni che producono normative miopi, lacunose, inopportune, tardive; ci interessa studiare il ruolo della grande distribuzione organizzata, che obbliga alla compressione dei prezzi per i produttori, inducendo allo sfruttamento più bieco il fattore di produzione più  adattabile: l’uomo e il suo lavoro. Ma ci interessa anche comprendere e condividere le buone pratiche, quelle che accolgono, impiegano, impegnano, su basi eque, solidali, comunitarie.

Interverranno:

Info: bartolomei@terranuova.org